Cronache

Concita toglie il velo del politicamente corretto, ma fa "autolesionismo"

di Maurizio De Caro

La vicenda della De Gregorio, che ha "bacchettato" degli influencer che hanno distrutto una statua per farsi un selfie, è piena di contraddizioni. L'analisi

Cosa ci dimostra questo incidente freudiano della paladina del linguaggio purista? Che sotto la cenere arde una volontà di lasciarsi andare, da una parte e dall’altra e dire ad esempio cosa pensiamo veramente della Murgia, come scrittrice ovviamente, e dei salottini bene della prossima stagione. Ora che Fazio e Co. sono approdati ad altri lucrosi lidi, la sinistra-Marchese del Grillo sbanda, perché ha voglia di dire oltre alla parola “fascista” ben altro a tutti gli orribili avversari di casta, di ceto e “de curtura”.

L’imposizione di questa oscena “auto-censura” ha colpito e abbattuto un’artefice delle gabbie concettuali che hanno ammorbato l’aria e lo spirito della vera libertà d’opinione e d’espressione, la volgarità “alta o bassa” è componente vivissima dell’uomo, si può solo immaginare di frustarla imponendo correzioni continue alla nostra voglia inespressa di analizzare anche la cattiveria in cui si crogiolano le classi dominanti ma anche quelle emergenti, tra retoriche assortite, e voglie inespresse.

La De Gregorio ci ricorda che siamo “un paese balneare” che mai smetterà di fischiare alle ragazze(o ai ragazzi) o fare battute pesanti, trasversalmente, se non si capirà che non c’è nulla nel pensiero diffuso che non possa essere oggetto di critiche ,di sberleffo, di satira e anche di osceni siparietti, se il linguaggio giornalistico nasconde tutto questo, vuol dire che è incapace di leggere davvero dove si sposta una società sempre più violenta e sempre più volgare. La narrazione che gli eleganti digitali e talkisti vogliono fare del mondo non cambierà lo stato delle cose, e soprattutto i nomi che sono sempre quelli che il popolo usa, ha usato e userà nei prossimi millenni, creando quella giusta discrasia tra chi racconta e chi vive davvero la realtà, tra chi ha giurato di fare la guerra al politicamente corretto (per cultura o per necessità) e chi vede nel suo uso obbligato la forza della propria sopravvivenza culturale, sociale e politica.

In questo particolare caso la De Gregorio, con la sua esternazione poco pariolina, ha regalato un assist a tutti quelli che da oggi posso mettersi in fila senza paura e senza censure, per dire tutto quello che vogliono, come per Pasolini e Salò, ci penserà la magistratura a farli tacere. Forse. Viva Concita e viva la coprolalia!

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