Cronache

Coronavirus, 565 morti a livello globale. I contagiati superano quota 28mila

Tutti i trattamenti allo studio in Cina contro il Coronavirus

Coronavirus, 35 italiani sulla nave di crociera ferma in Giappone, 25 sono membri dell’equipaggio

Sulla nave da crociera Diamond Princess in quarantena in Giappone per l'epidemia di coronavirus ci sono anche 35 italiani. Tra questi, 25 sono membri dell'equipaggio. Lo riferiscono fonti della Farnesina, precisando che non ci sono contagiati né persone che mostrano sintomi tra gli italiani. "Tra i casi di coronavirus a bordo, al momento non risultano connazionali", fanno sapere le fonti. L’Unità di Crisi della Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Tokyo, in stretto raccordo con le Autorità locali, seguono il caso con la massima attenzione e sono in contatto con i nostri connazionali per prestare ogni possibile assistenza, aggiunge una nota del ministero degli Esteri.

Coronavirus, 565 morti e 28.273 contagiati. In Giappone, 45 casi

Aumentano i casi dell'epidemia di coronavirus iniziata a dicembre a Wuhan, in Cina, che si è diffusa in più di 25 paesi. Ci sono un totale di 28.273 casi confermati e 565 decessi a livello globale, la maggior parte dei quali nella Cina continentale. Alcuni Paesi hanno visto un'impennata dei casi; il Giappone ha ora 45 casi, il numero più alto per un Paese al di fuori della Cina. Inoltre, nelle ultime ore, sono stati registrati altri 10 casi a bordo della nave da crociera messa in quarantena dal Giappone. Lo hanno reso noto le autorità di Tokyo. A bordo della nave circa 3.700 persone.

Coronavirus, la Cina protesta contro i Paesi su stop a voli 

"Panico artificiale, danni alla cooperazione internazionale". Pechino ha presentato una protesta formale nei confronti di tutti quei Paesi che hanno sospeso i collegamenti aerei con la Cina a causa dei timori sul contagio del coronavirus di Wuhan, malgrado gli avvisi contrari espressi da Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) e Icao. Nella conferenza stampa online, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha anche osservato che lo stop e' stato un panico artificiale che "ha gravemente bloccato gli scambi e la cooperazione internazionale". 

Coronavirus, ecco i trattamenti allo studio in Cina/ SCHEDA

Anche se non mancano polemiche e scetticismo, in Cina è corsa contro il tempo per selezionare potenziali trattamenti in grado di contrastare l'infezione da nuovo coronavirus. Ecco i farmaci più promettenti secondo i ricercatori cinesi: alcuni sono già entrati in studi clinici e altri sono stati suggeriti nelle linee guida per il trattamento stilate dalle autorità sanitarie cinesi. Remdesivir: è un farmaco sviluppato dalla statunitense Gilead Sciences. Ha dimostrato una buona attività antivirale contro i coronavirus di Sars e Mers in precedenti esperimenti su cellule e sugli animali. Studi clinici contro le infezioni da Ebola sono stati condotti all'estero. Il farmaco ha anche mostrato un'attività antivirale contro il 2019-nCoV a livello cellulare. Un totale di 761 pazienti sono stati arruolati in uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato contro placebo a Wuhan. Il trial dovrebbe iniziare oggi e sarà condotto in diversi ospedali di Wuhan, incluso l'ospedale Wuhan Jinyintan.

Clorochina: è un farmaco antimalarico e autoimmune ampiamente utilizzato, è stata utilizzata nella pratica clinica per oltre 70 anni. Blocca le infezioni virali modificando il valore di acidità e basicità all'interno della cellula e interferisce con i recettori del coronavirus della Sars. In uno studio recente, i ricercatori cinesi hanno scoperto che può effettivamente inibire l'infezione da nuovo coronavirus in vitro. Il medicinale mostra anche un'attività immunomodulante, che può migliorare il suo effetto antivirale in vivo. Un funzionario cinese ha dichiarato in una conferenza stampa della National Health Commission che la clorochina è stata selezionata come farmaco candidato per ulteriori esperimenti su animali e studi clinici.

Farmaci anti-Hiv: sono entrati nell'elenco dei 'papabili' mentre i ricercatori cinesi erano impegnati ad esaminare i composti in commercio. Uno studio pubblicato nel 2004 ha mostrato che la combinazione di farmaci anti-Hiv Lopinavir e Ritonavir ha "sostanziali benefici clinici" se somministrata a pazienti con Sars. L'ospedale Wuhan Jinyintan, dove sono stati trattati i primi 41 pazienti diagnosticati, ha già avviato uno studio randomizzato e controllato sulla combinazione di anti-Hiv, come riferisce un report dei ricercatori cinesi pubblicato su 'Lancet'. La terza versione delle nuove linee guida per il trattamento del   coronavirus pubblicate dalla National Health Commission ha suggerito che l'assunzione di due compresse di Lopinavir/Ritonavir e l'inalazione di una dose di interferone alfa nebulizzato due volte al giorno potrebbero apportare benefici ai pazienti.

C'è poi la combinazione Arbidol & Darunavir: Arbidol è un antivirale usato per il trattamento dell'influenza in Cina, e potrebbe essere combinato con il farmaco anti-Hiv Darunavir per il trattamento di pazienti affetti da nuovo coronavirus. Un gruppo di ricerca guidato da Li Lanjuan dell'Accademia cinese di ingegneria e della National Health Commission, ha dichiarato che Arbidol è stato testato e inibirebbe efficacemente il coronavirus in vitro. Li ha consigliato di aggiungerela combinazione nella sesta versione delle linee guida per il trattamento che saranno stilate dalla Commissione.

Coronavirus, Lagarde (Bce): crescita rimane modesta; preoccupa il virus

"In linea con le nostre aspettative, l'economia dell'area dell'euro continua a crescere, anche se con uno slancio modesto". Lo dice la presidente della Bce, Christine Lagarde intervenendo dinanzi alla commissione economica del Parlamento europeo. Lagarde ha aggiunto che l'economia della zona euro rimane "relativamente resistente" e ha citato l'aumento dei consumi privati, un tasso di disoccupazione "che si attesta al 7,4%, il più basso da luglio 2008" e "anche i servizi e le costruzioni più orientati al mercato interno che continuano a tenere". Tuttavia, prosegue la presidente della Bce,  una serie di "fattori globali pesano sulla crescita dell'area dell'euro e "le incertezze relative al contesto economico globale rimangono elevate: quelle legate alle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina si stanno attenuando, mentre "altri rischi, tuttavia, continuano a persistere o - per quanto riguarda l'incertezza che circonda l'impatto del coronavirus - sono una rinnovata fonte di preoccupazione".