Cronache

Coronavirus,Taormina:"Molti morti sulle ambulanze. Sapevano, ma hanno taciuto"

di Mirko Crocoli

Il giurista romano denuncia il governo e i tecnici per epidemia colposa

Chi ha sbagliato deve pagare, sia esso politico che tecnico. Sapevano, ma hanno taciuto. Gravissime le scelte del Governo Conte. In tanti sono morti sulle ambulanze senza nemmeno poter entrare nei nosocomi. Fontana? Lungimirante, ma su di lui guerra politica. Dopo il mio annuncio, facebook mi ha bloccato. Atteggiamento vergognoso. Galli e Pregliasco? grandi professionisti. E ancora, sull’Europa, è categorico: Andiamocene da questo scempio e si ritorni a ristampare la lira, immediatamente”. E sul futuro: l’Italia si rialzerà, ma è necessario adottare misure economiche straordinarie, no agli spiccioli.     

E’ un Carlo Taormina senza freni quello che ci risponde al telefono quest’oggi. Deciso, infervorato e sempre più convinto della denuncia presentata giorni fa e annunciata tramite post sui social. Decine di migliaia i commenti e le condivisioni così come numerosi gli attestati di solidarietà nei confronti del noto avvocato ed ex Sottosegretario all’Interno. Il web si anima e le polemiche non tardano ad arrivare. Tuttavia è solo la punta dell’iceberg. In esclusiva per “Affari” il giurista romano si toglie qualche sassolino dalle scarpe. 

Ma riproponiamo qui di seguito il tanto discusso testo di sua firma che circola e spopola in rete da 24 ore.   

“Questo è uno stato criminale. Ho presentato una denunzia contro governo e tecnici per epidemia colposa seguita da morte di almeno 10.000 italiani che hanno provocato lasciando circolare il Coronavirus per quasi quaranta giorni dal 31 gennaio ai primi di marzo determinando accatastamento di contagi e di morti dovuti alla mancanza di respiratori e di letti di terapia intensiva. 

E loro che fanno? Vogliono farsi una legge che elimini la responsabilità per il delitto di epidemia colposa! Proprio così, vogliono fare uno scudo penale per salvare dalla galera politici e amministratori responsabili di epidemia colposa.

Questo significa che la mia denunzia è fondatissima e che tanto è fondata che per non essere arrestati e condannati proprio per quella epidemia colposa sulla quale si basa la mia denunzia, vogliono farsi una legge speciale che li sottragga al carcere. E’ o non è uno Stato Criminale? 

L’intervista

Avv. Taormina, lei parla di “Stato criminale” e “denunzia per epidemia Colposa”. Un’accusa forte. Riconferma anche a noi il tutto? E stata già depositata o prevede di farla a breve? 
"La denuncia è stata depositata già dalla settimana scorsa. Una denuncia, come si evince dalle informazioni che ho diramato via social, che riguarda proprio le responsabilità dei governanti e di coloro che li hanno consigliati con riferimento a quanto accaduto a partire dal 31 gennaio di quest’anno, data nella quale il Governo ebbe a dichiarare lo stato di emergenza per la salute pubblica così come aveva fatto qualche ora prima l’Organizzazione Mondiale della Sanità. In relazione a questo dato ufficiale e alla consapevolezza che proveniva non solo dai due cinesi che erano stati ricoverati allo Spallanzani, ma anche da altre informazioni che la stessa Cina, nei primi giorni di gennaio, aveva fornito rappresentando la necessità di chiudere tutto e subito, il Governo italiano ha deciso di non chiudere assolutamente niente e lo ha fatto per circa 40 giorni. Quindi questo significa che per 40 giorni il virus è circolato in tutta la popolazione, in assoluta libertà, e ha determinato quello che tutti quanti sappiamo e cioè un accatastamento di contagiati e conseguentemente di morti perché le strutture sanitarie non hanno potuto fare fronte al problema per varie ragioni, ma principalmente perché non disponevano di respiratori e di letti di terapia intensiva. Questa è una responsabilità precisa perché da una parte ha comportato il contagio, e quindi la trasformazione in epidemia e poi in pandemia, e dall’altra ha determinato la morte di almeno 10 mila persone che si sarebbero potuti evitare. Nella denuncia c’è anche un particolare riferimento al problema delle mascherine, dapprima ritenute assolutamente inutili e poi successivamente considerate di estrema efficacia. Ci fu detto che erano inutili semplicemente perché sapevano che non erano nelle nostre disponibilità. Lo ribadisco. Questa è una responsabilità precisa – secondo me- dei governanti e di coloro che li hanno consigliati". 

Quindi lei sostiene che loro sapevano già da tempo, ma nulla hanno fatto provocando migliaia di morti?
"Certamente. Se Palazzo Chigi, il 31 gennaio, avesse bloccato tutto e subito, così come da un dispaccio cinese riservato ed indirizzato al Governo italiano, quello che abbiamo visto non sarebbe successo. In questi casi la rapidità di azione è vitale. Tenga presente che la morte di molte persone è avvenuta dentro le abitazioni, ove – tra l’altro - non si andava nemmeno a prenderli perché non potevano essere soccorsi. Si facevano delle finte promesse di telefonate da parte delle ambulanze che dicevano che sarebbero venute di lì a 5 minuti o a mezz’ora e invece non sono mai arrivate o sono arrivate quando le persone erano già morte. La maggior parte sono decedute in casa. Un dato a dir poco inquietante. La gente è stata fatta morire perché non c’era alcuna possibilità di poterla assistere. Moltissime autoambulanze, (io ho dei casi di persone che si sono a me rivolte, quindi situazioni concrete con le quali mi sono potuto confrontare), si sono fermate davanti agli ospedali per 7/8/10 ore senza poter avere accesso alle strutture ospedaliere. Molti non ce l’hanno fatta anche perché non hanno potuto beneficiare di alcuna cura medica. Io credo che queste cose gridano vendetta e debbano essere fatte pagare a chi ne è responsabile".        

Sono caduti un po’ nel vuoto gli appelli accorati di Fontana, Zaia, Fedriga ancor prima del lockdown imposto dall’esecutivo. Alla luce di quanto avvenuto evidentemente avevano ragione? 
"Ancora oggi c’è un gap insanabile tra Lombardia e resto d’Italia. In Lombardia - per esempio - gli studi professionali sono chiusi, altrove sono aperti. Sono anch’essi una sede nella quale gli incontri sono molto frequenti e quindi possono essere una causale di contagio. La verità è che la lungimiranza di Fontana, che tutti quanti abbiamo osservato, non è stata riconosciuta esclusivamente per motivi politici. Ma se ci fossimo comportanti da subito come la Lombardia e per tutto il territorio nazionale certamente le cose sarebbero andate in maniera totalmente diversa. Tenga presente che gli errori che sono stati commessi non sono soltanto quelli (anche se basterebbero e avanzerebbero) del ritardo di 40 giorni circa nell’imposizione delle misure più drastiche, ma anche nel prosieguo. Perché come tutti ci ricordiamo, in quanto storia recente, il prosieguo è stato caratterizzato da una progressione dell’applicazione delle misure fino ad arrivare alla chiusura totale di tutto, ma, ripeto, è stato fatto passare troppo tempo. Questo non lo dico io, ma gli esperti del settore. Cito due dei migliori, entrambi di grande spessore morale e di elevatissima preparazione professionale; Galli e Pregliasco. Il Prof. Massimo Galli del Sacco di Milano ha rilasciato un’intervista il 20 marzo nella quale ha fatto una sorta di mea-culpa (rivolto ai tecnici in generale) per aver mal consigliato gli organi di Governo. Io, recentemente, ho avuto un incontro in un dibattito radiofonico con il Prof. Fabrizio Pregliasco che, seppur non espressamente, ha fatto però intendere una cosa che per me è fondamentale e che dovrà essere accertata dall’autorità giudiziaria romana. E cioè che i tecnici avevano consigliato fin dal 31 gennaio la immediata chiusura. Ci ricordiamo tutti cosa è poi accaduto in quei 40 giorni ove la classe politica ripeteva fino alla nausea che era tutto apposto, che non ci dovevamo preoccupare e che si poteva continuare con la solita routine. Happy hour compresi. Se l’autorità giudiziaria dovesse provare che i tecnici avevano suggerito al Governo di “serrare” con immediatezza e il Governo non l’ha fatto debbono inevitabilmente saltare dalla loro seggiola e andare dritti a processo". 

Proviamo però a vederla senza malizia. E’ una “novità” in campo sanitario. Mai precedenti in merito, presi alla sprovvista. Ci può essere stata (in buona fede) una normale incapacità dovuta all’inesperienza nell’affrontare un problema che mai era emerso nella storia?
Non importa che sia “con” o “senza” malizia. Qui non si sta giocando. Ci sono le vite delle persone in ballo. Fa parte della sottovalutazione della situazione. La sottovalutazione della situazione è essa stessa elemento di colpevolezza. Perché che i tecnici sottovalutino o che il Governo sottovaluti (da solo o unitamente ai tecnici) è esattamente il fatto di colpa. Le faccio un esempio. Se io medico sottovaluto un sintomo che ha un paziente e il paziente muore è un elemento effettivo di colpa cioè di imperizia o di negligenza nell’aver svolto la propria funzione. Questo comporta che quel medico risponderà per omicidio colposo. Non ho capito perché, rispetto al contagio provocato, non si debba rispondere anche di epidemia colposa".    

Ci spieghi un po’ nel dettaglio la questione della legge che elimina la responsabilità per epidemia colposa? Lo scudo penale per intenderci.
"La migliore prova che la mia denuncia presentata alla procura di Roma è assolutamente fondata lo dimostra proprio questo. Si tratta di una situazione attuale. Nell’ambito della conversione in legge del decreto emanato da Conte, tra pochi giorni ci sarà la conferma parlamentare. E’ stato presentato questo emendamento che si chiama scudo penale, che non riguarderà tutti i reati, ma si parla proprio di epidemia colposa. A breve sarà discusso. Chiunque sia stato causa della propagazione del contagio per colpa, si chiama appunto epidemia colposa secondo il linguaggio del codice penale, deve’essere dichiarato immune da qualsiasi responsabilità penale. Lei si rende conto a quali livelli siamo? Una cosa di una gravità inimmaginabile. Chissà come mai esce fuori proprio adesso lo scudo penale per i responsabili di un’eventuale reato di epidemia colposa. E’ già stato calendarizzato dalla politica. Sarebbe il primo caso al mondo in cui si tenti di istituire uno scudo penale per epidemia colposa".     

Dopo il post ha ricevuto messaggi o commenti pubblici o privati da parte di cittadini, colleghi o curiosi?   "Molti, moltissimi. Anche via mail o telefono. Il post ha totalizzato 1 milione e 400 mila visualizzazioni, dopodiché facebook mi ha bloccato la pagina e non ho potuto controllare altro. Un caso? Mi aiuti a comprendere. Voi di Affari Italiani mi avete cercato, ma siete gli unici. Come mai? Come se lo spiega? Telefonate a non finire da parte di cittadini e centinaia di contatti al giorno per esprimermi solidarietà, ma dalla stampa silenzio più totale. Non lo trova un aspetto quanto meno curioso? Nel mondo della comunicazione come mai non esisto?" 

Avvocato, quando se ne esce secondo lei?
"Non essendo un tecnico non posso esprimermi in tal senso. Tuttavia la vedo molto lunga. Credo che ad un certo punto la logica dovrebbe essere quella di valutare decisioni che non riguardino tutta Italia. Penso che bisognerà andare a macchia di leopardo. Ovvero di Regione in Regione, dipende dai casi e dalle cosiddette zone immuni rispetto ad altre. Cominciare lentamente ad aprire dalle aree (grazie a Dio) con meno contagio, fermo restante le dovute e sacrosante cautele per tutelare se stessi e gli altri". 

Una domanda di tipo economico. Mes, Coronabond. Evidente una spaccatura tra gli Stati membri. Anche in un periodo così delicato non si riesce a trovare un accordo. I “nordici”, con in testa la Germania, puntano sul Meccanismo europeo di stabilità mentre i cosiddetti “mediterranei”, Italia e Spagna in primis, chiedono di emettere Coronabond. Perché in una fase così delicata ancora si discute a Bruxelles? 
"Sarò molto brutale, diretto. Io sono dell’idea che questo sarebbe il momento nel quale finalmente dovremmo sganciarci dall’Europa. E lo farei in questa maniera. Sospenderei, denuncerei tutti gli accordi internazionali con i finti alleati di un sistema ormai in frantumi (è sotto gli occhi di tutti) e contestualmente direi alla Banca d’Italia di battere moneta e di chiudere con questa Europa che ci sta letteralmente massacrando. Battiamo moneta, andiamo in inflazione altissima finanziamo tutto e tutti con i nostri soldi e poi si vedrà. Ma stiamo scherzando?! Come siamo andati avanti per cinquant’anni? Il miracolo economico ce lo ricordiamo molto bene. Come è stato possibile? Con l’inflazione!!! Inutile stare ancora a discutere".  

Il sistema Italia dopo la crisi. PMI, aziende di vario genere, turismo etc. etc. Come la vede? Quanto drastico sarà il futuro per il nostro Paese? Avremo la forza di rialzarci? 
"Assolutamente si. Ci rialzeremo senz’altro. Dipende tutto dalle misure che prenderemo. Certo che se andiamo avanti ancora con i passetti della tartaruga come ci ha abituati questo Governo il “risveglio” sarà lento e faticoso. E basta con le promesse di soldi preannunciati che poi non arrivano mai!!!  400 milioni di euro è una miseria. Possiamo uscirne bene a condizione che si acquisisca coscienza che le misure d’emergenza per far fronte al Coronavirus sono state fin qui disastrose. Prendiamoci la nostra vecchia lira e risolviamo i problemi".