Cronache

Coronavirus,dramma delle università:"Uno studente su 5 non si iscriverà più"

Il ministro della Ricerca Gaetano Manfredi: "Esami online e test d'ingresso da casa, questo sarà il prossimo futuro"

Coronavirus,dramma delle università:"Uno studente su 5 non si iscriverà più"

L'emergenza Coronavirus ha travolto tutto in Italia. Ogni settore è in difficoltà, si parla tanto di scuola legata ai bambini, che non vedranno i loro banchi fino almeno al prossimo settembre. Ma sempre in termini di istruzione c'è un'altra categoria in forte crisi: l'Università, dal ministro della Ricerca Gaetano Manfredi in un'intervista a La Stampa arriva un vero e proprio grido d'allarme: "Temiamo che uno studente su cinque abbandoni i corsi. Il rischio di un calo di immatricolazioni sarebbe un pessimo segnale per la ripartenza del Paese. Dopo la crisi del 2008 si registrò un calo del 20% delle iscrizioni alle università, ricorda Manfredi, ecco perché stiamo pensando di introdurre misure di sostegno economico per gli studenti".

"Dal 4 maggio riprenderanno a pieno regime le attività di ricerca negli atenei e negli enti pubblici. Daremo la possibilità di svolgere attività individuali in laboratori, biblioteche e strutture per tirocini. Proseguirà, invece, la didattica a distanza fino a luglio. Per esami, lauree,esercitazioni, - prosegue Manfredi - lasceremo la possibilità agli atenei di prevedere la presenza fisica dello studente, a patto che si rispettino le prescrizioni di sicurezza sanitaria e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Ci stiamo attrezzando - spiega a La Stampa - a un eventuale ritorno del virus. Il piano che partirà a settembre prevede una soluzione mista di lezioni in aula e didattica online. Ogni ateneo dovrà redigere un piano dettagliato, con un’offerta modulare che permetta di tenere parte degli studenti a casa e parte in aula. Vogliamo rendere il più semplice possibile un passaggio rapido da una modalità di didattica all’altra,per evitare altri periodi di stop. il nostro obiettivo è ritornare progressivamente alle lezioni in aula. Per farlo, però, abbiamo bisogno che si verifichino una serie di condizioni disicurezza sanitaria".