Cosenza, familismo nella sanità provinciale
Qualche settimana fa, il direttore generale dell'Asp di Cosenza, don Raffaele Mauro, ha nominato la propria compagna al vertice di un'importante commissione dell'Azienda sanitaria provinciale, il Comitato consultivo zonale. Era il 4 febbraio e la delibera numero 33 sanciva quella "promozione" in un posto strategico per l'Asp. Tra le altre cose, infatti, da quella poltrona si decide quali medici inviare nelle varie discipline di competenza delle strutture dell'Asp.
Poche ore prima, lo stesso manager ha messo la propria firma su un altro atto che riguarda, in maniera indiretta, ancora un membro della sua famiglia. Con la delibera numero 30 del 4 febbraio, Mauro ha deciso di costituirsi parte civile in un procedimento penale in corso nel Tribunale di Castrovillari. A rappresentare l'Asp, «come da procura speciale rilasciata dal direttore generale e da convenzione stipulata tra le parti», sarà l'avvocato Vincenzo Belvedere, stimato penalista cosentino.
Tutto legittimo, per carità. C'è, però, un particolare curioso a fare da cornice alla nomina: nello studio dell'avvocato Belvedere lavora il figlio del direttore generale, Giustino, giovane legale, che non viene menzionato né nella delibera di nomina, né nella convenzione, siglata il 20 gennaio scorso, tra l'avvocato e il manager. Convenzione che fissa il costo per l'ente (che impegna 6.421 euro) e specifica che «i tariffari sono stati diminuiti del 70% per la fase istruttoria e del 50% per le altre fasi del giudizio». Una seconda delibera, con risvolti familiari (anche se indiretti), nel breve volgere di qualche ora. Un piccolo record per il neo direttore generale....
Gino Verità