Crollo Genova: Autostrade sapeva tutto, e spunta un video che dà i brividi
Emergono prove su prove che la pericolosità del ponte Morandi era nota ed evidente persino ai viaggiatori, come dimostra un filmato amatoriale
Il crollo del ponte Morandi di Genova è una tragedia annunciata. Ormai tutto cospira a questa funesta conclusione, oggi ancor più straziante nel giorno dei funerali alle vittime.
Molte avvisaglie e diversi avvertimenti, anche da parte di fonti più che autorevoli, avevano lasciato presagire la disgrazia: segnalazioni, interrogazioni parlamentari, analisi strutturali di esperti e così via. Eppure, il ponte Morandi non veniva chiuso e continuava a essere solcato dal consueto flusso di traffico superiore a quanto poteva tollerare secondo i criteri con cui era stato edificato.
Ogni giorno, inoltre, spuntano documenti o prove che dimostrano la consapevolezza - da parte dei vertici di Autostrade per l'Italia - della pericolosità del viadotto. Per esempio, il 18 luglio scorso, come scrive il Corriere della Sera, il responsabile degli interventi di Autostrade per l'Italia Mauro Moretti incontrò i residenti delle palazzine che sorgono a ridosso del ponte, oggi evacuate per paura che possano fare la stessa fine del grigio mostro che fino a qualche giorno fa svettava incombente su di loro come un presagio di sfortuna.
Alla presenza di autorità locali e consiglieri comunali, Moretti dichiarava agli abitanti del quartiere vessati (e preoccupati) da continue cadute di calcinacci e frammenti di calcestruzzo: "Vi sono elementi di disagio sulla parte esterna, siamo in un ambiente che non voglio dire sia salino al 100% ma siamo molto vicini al mare...". E ancora, il viadotto Morandi, illustrava, "è un po' come il corpo umano, dobbiamo farci passare qualcuno che evidenzi mali o danni dei quali si cominciano a vedere i primi segni. Per questo è previsto un intervento molto importante in futuro, che andrà a risarcire il danno a oggi subito e i danni di possibile e futura generazione per quanto riguarda le opere di sostegno, quindi gli stralli, ovvero i tiranti, che lavorano all'inverso rispetto a quello che è il normale funzionamento delle strutture, e questo nel tempo ha generato grazie all'azione vuoi del carico, vuoi degli agenti esterni, necessità di manutenzione".
E non è tutto: nell'ottobre del 2017, il consulente Stefano Della Torre aveva consegnato ad Autostrade per l'Italia uno studio approfondito sulla struttura, studio che aveva coordinato di persona, e oggi commenta con amarezza: "Avevamo osservato comportamenti anomali di quella particolare struttura, all'interno della quale a nostro avviso erano presenti forti criticità. Per questo avevamo suggerito la necessità di un ulteriore approfondimento diagnostico. E avevamo consigliato un monitoraggio continuo 24 ore su 24, a partire dal momento della consegna della nostra relazione. Per noi era opportuno partire subito. Purtroppo non è stato così".
Elementi di disagio sulla parte esterna, forti criticità, necessità di ulteriore intervento diagnostico, comportamenti anomali, consigliato monitoraggio continuo, opportuno partire subito... un mantra spaventoso, una litania inquietante alla luce di quanto poi avvenuto il 14 agosto scorso, una catastrofe i cui connotati non sono ancora definiti appieno, visto che si continua a scavare alacremente alla ricerca di un'ulteriore decina di persone attualmente disperse.
E come se non bastasse, in rete spunta un video girato lo scorso 31 luglio da Luca Lagomarsino sul viadotto Morandi. Nel filmato, diffuso da Telenord.it, si vede perfettamente una minacciosa crepa sull'asfalto, e precisamente sulla carreggiata del "lato mare". Una testimonianza che poco aggiunge alla sequela di moniti di una disgrazia imminente e alle tante voci esperte (inascoltate) che si premuravano da anni di mettere in guardia chi di dovere, ma che dà senz'altro i brividi alla luce di quanto poi accaduto di lì a poco.