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Cronache
Strage di Cutro, chiusa l'inchiesta: la morte di 98 migranti si poteva evitare. Sei indagati tra Gdf e Guardia Costiera
Cutro

Chiusa l'inchiesta per la strage di Cutro: ora dovranno rispondere delle accuse della Procura di Crotone 6 persone della Gdf e della Guardia costiera

L'inchiesta è stata chiusa con una certezza: la strage di Steccato di Cutro si poteva evitare. La Procura di Crotone ne è convinta: in quella notte tra il 25 e il 26  febbraio 2023, le 94 persone che hanno perso la vita in seguito allo schianto tra il caicco su cui viaggiavano e il fondale della spiaggia Calabra si potevano salvare. Tra le vittime ci sono stati 35 bambini. Un'ottantina di persone si è salvata, mentre il numero dei dispersi rimane imprecisato. Oggi, martedì 23 luglio, i magistrati hanno inviato l'avviso di conclusione delle indagini ai sei indagati, due membri della Guardia di costiera e quattro della Guardia di finanza, accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. In particolare, questi ufficiali sono indagati per i ritardi commessi nei soccorsi alla "Summer Love", il barchino che viaggiava da giorni dalla Turchia.

Chi sono gli indagati dalla Procura di Crotone

Al termine di un’attività investigativa condotta per oltre un anno dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, il sostituto procuratore della Repubblica, Pasquale Festa, ha fatto notificare a sei persone l’avviso di conclusione delle indagini. Le accuse della procura sono a carico di Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Comando provinciale della Guardia di finanza e del Roan di Vibo Valentia, Antonino Lopresti, ufficiale in comando tattico presso il Roan di Vibo Valentia, Alberto Lippolis, comandante Roan di Vibo Valentia, Nicolino Vardaro, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto e ufficiale di comando e controllo tattico, Francesca Perfido, in qualità di ufficiale di ispezione in servizio presso l'Imrcc (Italian Maritime Rescue Coordination Center)  di Roma e Nicola Nania, ufficiale di ispezione in servizio la notte del 26 febbraio a Reggio Calabria.

Le posizioni della Procura di Crotone e le colpe degli indagati

Nella notte tra il 26 febbraio, Frontex e Imrcc di Roma avevano segnalato correttamente la presenza di un caicco che trasportava migranti e avevano qualificano "l'intervento come operazione 'Law Enforcement' attribuendolo alla competenza della forza di polizia territorialmente competente di cui però sconoscevano le capacità operative", pur "avendo tutti indistintamente il prioritario, fondamentale e ineludibile obbligo di salvaguardare la vita in mare, anche rispetto a condotte imprudenti, negligenti e imperite degli scafisti nonché di tutela dell'ordine pubblico, avendo l'obbligo di comunicare (la Gdf) e acquisire (la Capitaneria di porto) tutte le informazioni idonee a incidere sulla valutazione dello scenario operativo".

In pratica, la Guardia costiera non ha fatto scattare l'allarme di soccorso in mare Sar (che in quel momento era necessario), ma solo quello di un'operazione di polizia lasciata nelle mani della Guardia di Finanza. I quattro finanziari, dal canto loro, si sono fatti carico della segnalazione non avendo, però, i mezzi per portarla a termine. Per la Procura, se i comportamenti degli indagati fossero stati "diligentemente tenuti" avrebbero "certamente determinato l'impiego di assetti della Guardia costiera per l'intercetto del natante (la barca), sicuramente idonei a navigare in sicurezza". "Impedendo in tal modo", continua la Procura, "che il caicco fosse incautamente diretto dagli scafisti verso la spiaggia di Steccato di Cutro e in prossimità si sgretolasse urtando contro una 'secca' a seguito di una manovra imperita del timoniere, così non impedendo l'affondamento del natante e la conseguente morte di almeno 98 persone, decedute tutte per annegamento".

Cutro, Piantedosi: "Certo dell'estraneità di Gdf e Guardia costiera"

"Conosco la competenza e la dedizione di tutti gli appartenenti alla Guardia di finanza e alla Capitaneria di porto che, quotidianamente, profondono il massimo impegno nella straordinaria opera di salvataggio di vite umane e nel contrasto ai trafficanti di esseri umani. Per questo, sono certo che nel prosieguo del procedimento giudiziario gli operatori di Crotone dimostreranno la loro estraneità rispetto a ogni possibile responsabilità relativa al naufragio di Cutro. Auspico che anche per i servitori dello Stato valga il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva". Lo dichiara il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Giorgetti: "Su Cutro difendo operato Gdf e Capitaneria"

"Grande rispetto per la magistratura, ne difendo l'operato e l'indipendenza. Allo stesso modo difendo con convinzione l'operato di Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, certo che hanno sempre agito esclusivamente per il bene pubblico come fanno ogni giorno insieme alle altre forze di polizia". Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti commenta sui social la chiusura delle indagini sulla tragedia di Cutro.

LEGGI ANCHE: Cutro, naufraghi: "Elicottero sopra di noi", ma la Guardia costiera nega

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