Cronache

Diciotti: procura chiede archiviazione Conte-Di Maio-Toninelli

Diciotti: caso ancora al Tribunale dei ministri, 90 giorni per decidere

Questa mattina e' stata notificata la richiesta di archiviazione sul caso Diciotti da parte della Procura di Catania per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per il vicepremier Luigi Di Maio e per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. E' quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Diciotti: caso ancora a Tribunale ministri, 90 giorni per decidere

Richiesta di archiviazione, dunque, sul caso Diciotti da parte della procura di Catania per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per il vicepremier Luigi Di Maio e per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Cosi' come accadde a inizio novembre per il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona aggravato dalla presenza di minori. Il procuratore Carmelo Zuccaro, titolare dell'inchiesta, come prevede la procedura, l'ha avanzata anche in questo caso al Tribunale dei ministri etneo che avra' adesso novanta giorni di tempo per decidere se accoglierla. Nel caso di Salvini il collegio ci mise molto meno tempo, avendo depositato il 7 dicembre la decisione che divenne nota pero' il 24 gennaio. L'eventuale richiesta di autorizzazione a procedere dovra' essere esaminata dal Parlamento. Per il ministro dell'Interno la richiesta di archiviazione era stata motivata dal procuratore Zuccaro sottolineando la natura di una "scelta politica non sindacabile dal giudice penale": "Il ritardo nel fare scendere i migranti dalla nave Diciotti ormeggiata al porto di Catania, e' giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per il principio della separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti (il 24 agosto si e' riunita la commissione europea a Bruxelles), in un caso in cui secondo la convenzione Sar internazionale sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro". Adesso il nuovo capitolo di questa storia, il giorno dopo la decisione della Giunta per le immunita' del Senato di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini. 

Non la pensava come Zuccaro, pero', il Tribunale dei ministri: "E' convincimento di questo tribunale che la scelta del ministro Salvini di non autorizzare lo sbarco di migranti fino al 25 agosto, non possa essere qualificato come 'atto politico' in senso stretto e in quanto tale sottratta al sindacato dell'autorita' giudiziaria". Piuttosto quello di Salvini "e' stato un atto amministrativo che, perseguendo finalita' politiche ultronee rispetto a quelle prescritte dalla normativa di riferimento, ha determinato plurime violazioni di normative nazionali e internazionali che hanno comportato l'intrinseca illegittimita' dell'atto amministrativo". Del resto - era il giudizio dei togati - conferma del fatto che "non ci si trovi davanti a un atto politico, discende dalla circostanza che la decisione del ministro dell'Interno ha avuto una diretta e immediata refluenza sulla sfera giuridica soggettiva e individuale dei migranti, lesi nel diritto inviolabile della liberta' personale". E avvertivano i giudici: "Va sgomberato il campo da un possibile equivoco e ribadito come questo tribunale intenda censurare non gia' un 'atto politico' dell'Esecutivo, bensi' lo strumentale e illegittimo utilizzo di una potesta' amministrativa di cui era titolare il Dipartimento delle liberta' civili e per l'immigrazione che costituisce una articolazione del ministero dell'Interno, presieduto dal senatore Matteo Salvini, essendo stata l'intera vicenda caratterizzata da una presa di posizione di quest'ultimo che ha bloccato e influenzato l'iter della procedura amministrativa". Altro discorso, invece, precisava infine il Tribunale dei ministri, e' quello che attiene la valutazione delle "ragioni politiche" che hanno "condizionato" il corretto iter amministrativo della procedura di rilascio del Pos, "ma qui il sindacato di questo tribunale deve necessariamente fermarsi costituendo tale materia prerogativa esclusiva della Camera di appartenenza del ministro".