Diciotti: se un solo "irreperibile" commetterà reato, Salvini regnerà 50 anni
La scomparsa dei migranti fa il gioco del Ministro dell'Interno e diventa una polizza di assicurazione per il suo futuro istituzionale
Salgono a cinquanta i migranti sbarcati dalla Diciotti che si sono resi irreperibili facendo perdere del tutto le proprie tracce.
Dove si trovano al momento? Cosa fanno? Dove alloggiano? Come si sostentano? Quali sono le loro intenzioni? Agli italiani non è dato sapere.
La notizia della sparizione dei migranti, ovviamente, fa il gioco di Matteo Salvini, che - appena saputo lo sviluppo della vicenda - ha ironizzato giustamente: "Ma non li avevo sequestrati?". Sta tutto in questa battuta il paradosso che vede il Ministro dell'Interno indagato per quattro reati (uno, quello di arresto illegale, è già caduto) a seguito del blocco della nave nel porto di Catania, e al tempo stesso la scomparsa di cinquanta persone di cui non sappiamo praticamente nulla, ora in giro per l'Italia o altrove.
Potrebbero essere tutte bravissime persone, nessuno lo nega, e si augura loro di cuore di trovare un lavoro e una vita migliore nel rispetto (reciproco) della comunità all'interno della quale andranno a stabilirsi. Ma se uno solo di loro dovesse commettere anche il più piccolo reato e finire in mano alla giustizia, non vi saranno più argini al dilagare dei consensi per Matteo Salvini e alla definitiva perdita di credibilità di qualunque opposizione, al momento debole o inesistente.
Non potendone per giunta più di questo caso Diciotti, auguriamoci dunque che i cinquanta irreperibili vengano ritrovati al più presto, sani e salvi, e intenzionati a integrarsi onestamente ovunque decideranno di sistemarsi, e che finalmente si possa chiudere una volta per tutte, con lieto fine, quest'assurda vicenda che non fa altro che spostare l'attenzione mediatica dai nodi spinosi che riguardano lavoro, economia e finanze del nostro Paese. Nodi che, arrivato settembre e chiuso il periodo estivo, non possono essere più rinviati e debbono essere affrontati con tutto l'impegno e l'alacrità necessari, senza distrazioni mediatiche e di massa. E che Dio ce la mandi buona.
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