Cronache

Dossieraggio, le carte segrete: "Inchiesta su Crosetto partita da Il Domani". Il giallo Striano-Laudati

di redazione cronache

Striano lo avrebbe fatto mettere a verbale durante l'interrogatorio. Agli atti un file sui soci del ministro creato da un giornalista del quotidiano di De Benedetti

Dossieraggio, il giallo delle carte segrete. Il Domani dietro all'inchiesta su Crosetto?

Il caso dossieraggio è tornato di stretta attualità, dopo la richiesta del procuratore di Perugia Raffaele Cantone di procedere con gli arresti domiciliari per i due principali indagati, l'ex sostituto procuratore Antonio Laudati, oggi in pensione, e per Pasquale Striano, tenente della Guardia di finanza. Richiesta respinta da parte del Gip, a quel punto Cantone ha deciso di fare ricorso al Riesame, svelando che l'inchiesta non è conclusa e i due avrebbero "continuato a commettere reati". Adesso, grazie all’ordinanza di rigetto degli arresti richiesti dalla Procura di Perugia per Striano e Laudati, una decisione firmata il 16 luglio scorso dalla gip - in base a quanto risulta a La Verità - si scoprono dettagli inediti. In particolare Striano aveva spiegato nel suo primo e unico interrogatorio, reso l’1 marzo davanti ai pm capitolini, che i controlli sui redditi del ministro della Difesa Guido Crosetto, finiti poi sulle pagine del quotidiano Domani, erano giustificati da un precedente dossier stilato sui due suoi sodali in società di accoglienza (bed & breakfast), i fratelli Mangione.

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È altresì emerso che la suddetta posticcia estensione degli accessi ai Mangione - sempre in base a quanto risulta a La Verità - deriva da un "suggerimento" fornito a Striano proprio dal giornalista che ha pubblicato i sopra citati articoli sul ministro. Gli articoli contenenti espressi riferimenti alle cointeressenze di Crosetto in società facenti capo ai Mangione (articolo del settembre 2022, mentre gli accessi di Striano risalgono al febbraio 2023). La nota di Cantone è stata bollata come "inusuale" per "tempi e contenuti" dal difensore di Laudati, l’avvocato Andrea Castaldo. Secondo il legale "vengono ritenuti fatti di inquinamento la divulgazione a una ristretta cerchia di persone delle spiegazioni offerte dal consigliere Laudati circa la piena correttezza del suo operato e, addirittura, il comunicato stampa con il quale ha inteso chiarire la vicenda". Un passaggio che il difensore valuta come "sorprendente", che interviene "a distanza di molto tempo dalle contestazioni, priva dei parametri codicistici, ma soprattutto confondendo l’inquinamento probatorio con il legittimo esercizio del diritto di difesa".