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Cronache
Ecco la storia del prete di Como che vuol fare occupare abusivamente le case
Il celebre personaggio del Marchese del Grillo, Don Bastiano

Don Giusto Della Valle come Don Bastiano del Marchese del Grillo?

Nel “Marchese del Grillo”, capolavoro di Mario Monicelli, c’è un prete “matto” che si chiama Don Bastiano e che vive alla macchia nella campagna romana, come un brigante, dopo aver ucciso un uomo per motivi d’onore. Don Bastiano si è fatto bandito per proteggere i deboli contro le ingiustizie del potere e gode dell’amicizia del Marchese, peraltro ricambiata. Ebbene a Como c’è ora un prete, don Giusto (il nome è tutto un programma) Della Valle che animato dai più raffinati spiriti giacobini vuole dare “una casa a tutti”.

Intento non nobile, ma nobilissimo invero. Quindi il prete chiama i parrocchiani alla pugna con un editoriale su un giornaletto ecclesiastico locale, “il Focolare”. Il titolo è roboante: “Una lotta perché tutti abbiano una casa” che però sottace un altro aggettivo: “illegalmente”. Eh sì perché il presbitero vuole occupare, come ai tempi del ’68, le case sfitte.

Nell’articolo che ha vergato sotto gli influssi della indignazione scrive infatti: “Darò loro una mano ad entrare. Presenterò loro i vicini di casa, li inviterò a rispettare le regole del condominio e se dovessero esserci sospensioni di energia elettrica chiamerò in aiuto l'elemosiniere di Papa Francesco”.

Il riferimento è a quando l’elemosiniere papale, il cardinale Konrad Krajewski sbirocciò e riallacciò l’elettricità ad un palazzo di occupanti abusivi romani che non pagavano manco la corrente. Don Giusto si deve essere eccitato all’impresa del porporato e così ha deciso –nel suo piccolo- di replicarla. Il prete comasco, piccolo Jeeg Robot locale, però non è nuovo ad intemerate anarchiche. Qualche mese fa –sempre dalle pagine del bollettino ecclesiastico- aveva sobillato i fedeli a non pagare la quota tasse corrispondente alla somma destinata agli armamenti per la guerra in Ucraina.

Don Giusto invece, questa volta, punta la casa e fa diverse proposte: una generica ai “sindaci”, una amministrativa di sganciamento dall’Ater ed infine quella più propriamente “rivoluzionaria”: “Se qualche famiglia avente diritto alla casa si trovasse messa in strada, propongo di passare in casa parrocchiale a Rebbio perché le si dia la lista degli appartamenti comunali vuoti dei nostri quartieri (Via Spartaco o Via Turati in primis) affinché ciò che ingiustamente non viene dato venga occupato”.

E poi diventa una Carola Rackete in tonaca quando afferma: “A Como se sei migrante, soprattutto di pelle nera, anche se hai un contratto di lavoro a tempo indeterminato, non trovi casa”. Quindi il prevosto non solo spinge a violare la legge ma dà anche indicazioni pratiche, con tanto di coordinate, tratte direttamente da qualche manualetto di guerriglia urbana del “perfetto occupante abusivo” stile Tupamaros.

Invita a passare in Parrocchia, che quindi diventerebbe la centrale di smistamento, dove lui fornirà personalmente le indicazioni operative per occupare abusivamente una casa, sottraendole al normale iter amministrativo e magari togliendola a chi è già in graduatoria e aspetta pazientemente il suo turno. Bell’esempio signor Prevosto. Dopo la “Chiesa Trionfante” siamo passati quindi alla “Chiesa Occupante”. Complimenti. Chissà se il suo vescovo ha qualcosa da dire o Papa Francesco vuole richiamare all’ordine il prete rivoluzionario. Ah dimenticavo: a Don Bastiano poi il Papa fa tagliare la testa. Ma erano altri tempi…

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