Cronache
Erba, la consulente: "Mario Frigerio? Testimone inattendibile. Ecco perchè"
Strage di Erba, quinta puntata/ La posizione della professoressa Cristina Scarpazza, consulente della difesa che ha analizzato le parole di Mario Frigerio
Strage di Erba, quinta puntata/ La consulente della difesa ad Affari: "Mario Frigerio teste fragile e suggestionato. Il suo è un falso ricordo". Intervista
Certamente non potrà replicare, Mario Frigerio, il supertestimone (per non dire l’unico) della strage avvenuta a Erba, deceduto nel 2014. Non potrà replicare agli elementi che si stanno facendo strada sempre più prepotentemente a favore di Olindo Romano e Rosa Bazzi, e contenuti all’interno della corposa istanza di revisione scritta dal sostituto Procuratore Generale della Corte di Appello di Milano Cuno Tarfusser. Su Affaritaliani.it abbiamo spiegato nel dettaglio le criticità dell’impianto accusatorio, dalla “confessione” dei due coniugi alla presunta macchia di sangue rilevata sull’auto di Olindo.
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Ora è arrivato il momento di affrontare il capitolo riguardante la terza fantomatica prova, ossia la testimonianza resa da Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla mattanza. Le sue dichiarazioni, si legge chiaramente nell’istanza di revisione, sono considerate inattendibili dalla difesa, e soprattutto molto contraddittorie; nel primissimo verbale di sommarie informazioni, infatti, Frigerio descrisse il proprio aggressore come un uomo completamente differente da Romano, che mai menzionò.
Solo successivamente, a seguito di numerosi interrogatori e domande poste dagli inquirenti, in aula riconobbe Olindo. Possibile che Frigerio abbia “mentito”? E se la sua testimonianza deve considerarsi genuina, possibile che il contenuto della stessa sia inattendibile? E perché?
Domande che i 15 consulenti della difesa si sono posti; tra di loro Cristina Scarpazza, professoressa di Neuroscienze Forensi presso l'Università di Padova, e direttrice della scuola di specializzazione in neuropsicologia. Affaritaliani.it l’ha interpellata, per far luce su un complesso meccanismo che possa aver portato Mario Frigerio a ricordare il falso.
Professoressa, sgombriamo ogni dubbio. Frigerio era affetto da qualche patologia pregressa alla strage?
Dalle intercettazioni ambientali emerge che avesse qualche patologia non rilevante ai fini della discussione della sua testimonianza. Sicuramente, seppur non sia considerata una patologia, aveva una malformazione della carotide, ed è questo il motivo per il quale si è salvato.
Ci può spiegare se Frigerio abbia o meno sofferto di amnesia, dopo la strage?
Frigerio ha sofferto di una amnesia ANTEROGRADA, ovvero della difficoltà a ricordare eventi successivi a un evento traumatico, che è da differenziarsi rispetto all’amnesia retrograda che consiste nella difficoltà a ricordare eventi precedenti all’evento traumatico. Qui è importante segnalare che l’amnesia anterograda di Frigerio insorge come conseguenza dell’intossicazione da monossido di carbonio, che sappiamo provocare sintomi non nell’immediatezza dell’intossicazione, ma giorni dopo.
Dell’amnesia anterograda di Mario Frigerio ne abbiamo prova dalle intercettazioni ambientali in ospedale. A titolo di esempio, in un colloquio con il suo avvocato del 26 dicembre, Frigerio dice “io non mi ricordo proprio… io ci provo…” e lo stesso avvocato dichiara “Me ne rendo conto. Mancano i suoi ricordi” e alla figlia è lo stesso Frigerio a dire “Non ricordo un cazzo”. Durante il dibattimento, Mario Frigerio dirà di non ricordare nulla della degenza in ospedale. E’ assolutamente rilevante segnalare che le persone con amnesia anterograda sono da considerarsi un caso di scuola per l’inidoneità a testimoniare perchè sono più predisposte a “riempire i buchi di memoria” con confabulazioni e con suggerimenti provenienti dall’esterno (ovvero da domande e informazioni suggestive).
Ma sono state le sue condizioni cliniche dopo l’aggressione (come per esempio l'infarto) ad inficiare neurologicamente sulla possibilità di ricordare?
No, non è proprio così. La condizione clinica di cui lei parla (arresto cardiaco e perdita copiosa di sangue) non ha influito sulle capacità mnesiche di Frigerio. Se così fosse stato, non sarebbe riuscito, il 15 Dicembre, a narrare accuratamente la strage nell’immediatezza degli eventi, come invece fece. Le condizioni cliniche qui rilevanti sono invece le lesioni cerebrali causate dall’intossicazione da monossido di carbonio, e all’intossicazione da monossido di carbonio stessa, che non lo hanno reso incapace di ricordare, ma lo hanno reso un testimone fragile, particolarmente soggetto all’effetto distorcente delle domande suggestive.
Le domande suggestive non hanno la stessa probabilità di indurre una falsa memoria in tutte le persone, ma la probabilità è maggiore per i bambini e per i soggetti con cerebrolesioni. Frigerio rientra in questa seconda categoria. Frigerio dopo la strage ricorda, e dà una descrizione dettagliata del suo aggressore e dice chiaramente che era una persona che non aveva mai visto prima. Questo ricordo è da considerarsi genuino perché non ancora alterato dalle domande suggestive che gli sono state poste.
Perché, invece, il ricordo di Frigerio successivo al primo (e quindi il riconoscimento di Olindo) viene da voi considerato inattendibile?
Perché la scienza dimostra incontrovertibilmente che il riconoscimento di volti familiari (noti) e di volti nuovi viene elaborato a livello cerebrale in due modi differenti. Il volto nuovo viene elaborato in modo dettagliato e analitico, mentre il volto di persona conosciuta viene elaborato e riconosciuto in maniera istantanea, automatica e insopprimibile. Questo significa che non è possibile non riconoscere un volto di persona conosciuta, soprattutto quando vista nel contesto in cui lo vedo sempre (il condominio). Posso dimenticarmi il nome, posso non capire subito chi è, ma so che quella persona l’ho già vista prima. Se, per esempio, incontro per strada il mio medico di base, ho subito la sensazione di conoscere quel volto. Forse può non venirmi in mente subito dove l’ho visto, o il nome della persona, ma so che la conosco. Se invece vedo il mio medico di base in ambulatorio, immediatamente riconosco che è il mio medico di base, non ho bisogno di focalizzarmi analiticamente sui dettagli del volto per capire chi sto guardando.
Olindo era il vicino di casa di Frigerio, e, se Olindo fosse stato l’aggressore di Frigerio, allora Frigerio lo avrebbe visto nel contesto in cui lo vedeva sempre: il loro condominio. Se Olindo avesse davvero aggredito Frigerio, pertanto, lo stesso Frigerio avrebbe descritto una persona nota: ho visto Olindo, ho visto il mio vicino di casa di cui non ricordo il nome. Invece Frigerio più e più volte ha detto di aver visto una persona mai vista prima e “non è di qui”. Il riconoscimento tardivo di una persona conosciuta è un fenomeno che è scientificamente impossibile.
Quindi vuol dire che, nel corso del proceso, si è consolidato un falso ricordo?
Esattamente. La falsa memoria è a tutti gli effetti una memoria (falsa), e che pertanto diventa indistinguibile da quella vero e, purtroppo, non si può più tornare indietro. Quello che voglio dire è che il Signor Frigerio, durante il dibattimento, era assolutamente convinto di ricordare Olindo, cioè non stava mentendo. La falsa memoria, infatti, è ben diversa dalla menzogna. La menzogna è intenzionale, mentre la falsa memoria è a tutti gli effetti una memoria, ma è una memoria di qualcosa che non corrisponde a ciò che è realmente avvenuto. Ho prima parlato delle persone fragili, dove le domande suggestive trovano terreno fertile. Questo è quello che è avvenuto al signor Frigerio.
Lui ha, in buonissima fede, raccontato quella che era la sua realtà, che purtroppo nel frattempo era stata modificata a seguito di interventi suggestivi.
Ci parli di questi interventi "suggestivi" sulla memoria di Frigerio
Al Signor Frigerio sono state purtroppo fatte molte domande suggestive. Ripeto: non sono solo le domande suggestive ad aver causato l’insorgenza della falsa memoria, ma sono le domande suggestive poste ad una persona fragile. Frigerio, come abbiamo detto, aveva subito delle cerebrolesioni a causa dell’intossicazione da monossido di carbonio, cerebrolesioni localizzate anche nei lobi frontali. I lobi frontali sono un'area cruciale per far sì che noi siamo in grado di identificare correttamente la fonte di una informazione. Ovvero sappiamo se una cosa l’abbiamo letta sul giornale o ce l'ha detta un amico. Questo era diventato molto difficile a Frigerio a causa della cerebrolesione.
Perché è importante? Perchè questo, insieme alle domande suggestive poste in un momento particolarmente delicato a causa di una condizione cognitiva in peggioramento dovuta all’intossicazione da monossido di carbonio, ha fatto sì che le domande suggestive “attecchissero”. In altre parole, poiché Frigerio era cognitivamente compromesso, e siccome, a causa della cerebrolesione faceva più fatica a collocare la fonte dell’informazione, le continue domande relative a Olindo hanno fatto sì che il testimone, in totale buona fede, credesse che l’informazione relativa al coinvolgimento di Olindo venisse dalla sua testa, dai suoi ricordi, piuttosto che da una fonte esterna.
La stanza di Frigerio in ospedale venne sottoposta ad intercettazioni ambientali. Cosa è emerso?
Emerge che Frigerio, subito dopo la strage, era lucido, cognitivamente integro e sapeva riportare dettagli di ciò che era avvenuto. Abbiamo ascoltato anche le domande che gli sono state poste. Pensi che, il 20 dicembre, gli viene chiesto esplicitamente se poteva essere stato Olindo, e Frigerio scoppia a piangere dicendo “ma come si fa a decidere?”. Emerge poi, dalle intercettazioni ambientali, che il quadro cognitivo di Frigerio è andato peggiorando con il passare del tempo. Questo lo sappiamo perché abbiamo, nelle intercettazioni, ascoltato parte dell’esame neurologico fatto al letto del malato in data 27 dicembre, e Frigerio non è più in grado di rispondere a semplicissime domande come una semplice sottrazione, ovvero quanto fa 100 meno 7, e non è in grado di riferire da che giorno è ricoverato.
Anche nelle conversazioni con i figli Frigerio inizia ad essere disorientato nel tempo e nello spazio intorno a quella data, per esempio non sa dire loro cosa ha mangiato poche ore prima, o se ha preso la terapia. Anche nel colloquio del 26 dicembre con i Pubblici Ministeri riguardo l’aggressione, Frigerio dice “io non mi ricordo proprio… ci provo”. E’ singolare che, proprio nella data del 26 dicembre, quando dalle intercettazioni ambientali emerge che il signor Frigerio non ricorda quanto avvenuto poco prima con gli inquirenti, nelle indagini venga cristallizzato l’ufficiale riconoscimento di Olindo. Ebbene, il deficit cognitivo di Frigerio appare più che mai evidente il 26 dicembre: esattamente 15 giorni dopo la strage e 15 giorni dopo l’intossicazione da monossido di carbonio. La letteratura scientifica ci dimostra che gli effetti deleteri dell’intossicazione da monossido di carbonio non si rilevano subito dopo l’intossicazione, ma hanno un’insorgenza tardiva, e possono manifestarsi a partire da una settimana dopo l’intossicazione.
Quindi chiedo: come è possibile che lo stato cognitivo di Frigerio stia peggiorando e proprio in questo contesto di peggioramento globale migliori il ricordo di aver visto Olindo? Semplicemente non è possibile.
Il fatto che una testimonianza POSSA essere inattendibile per i motivi di cui sopra vuol dire necessariamente che lo sia? Non è possibile che, invece, davvero lo abbia riconosciuto?
No. Non è possibile che Frigerio abbia riconosciuto davvero Olindo, perché il riconoscimento tardivo di Olindo da parte di Frigerio viola tutte le leggi scientifiche su questa tematica. In particolare viola due leggi scientifiche: 1) il ricordo peggiora con il passare del tempo, non migliora (questa si chiama legge di Ebbinghaus, o legge dell’oblio, ed è un pilastro della letteratura in tema di memoria); 2) un volto noto viene riconosciuto in modo automatico, involontario ed insopprimibile. Frigerio dal 15 Gennaio al 20 dicembre racconta di aver visto uno SCONOSCIUTO. Ricordiamoci che il 16 dicembre fa anche mandare un fax in Procura dal suo avvocato, dove ribadisce che non aveva mai visto il suo aggressore. Il 26 Dicembre, quando peggiora cognitivamente, aderisce al nome di Olindo che gli viene fatto da terzi, ma continua a descrivere le fattezze di uno sconosciuto.
Solo il 2 Gennaio dirà di aver visto Olindo (tra l’altro sbagliando il nome perchè inizialmente dice Ottolino). Questo riconoscimento “a step”, in cui il ricordo di Olindo emerge come ricordo isolato in un contesto in cui il testimone non ricorda nulla, è semplicemente incompatibile con le leggi scientifiche. Teniamo in considerazione che la giurisprudenza, con la sentenza Cozzini, ha introdotto i criteri che una prova deve avere per essere considerata scientifica. Il ritenere, al momento del dibattimento,
Mario Frigerio un testimone idoneo a rendere valida testimonianza sarebbe una conclusione alla quale si può pervenire solamente dando più rilievo alle credenze comuni ed errate riguardanti la memoria piuttosto che alle vere prove scientifiche. E io sono sicura che i Giudici della Corte d’Appello di Brescia non faranno prevalere la “scienza ingenua” (es. un ricordo che migliora) sulle leggi scientifiche universalmente riconosciute.