Cronache
Erba, il consulente: "Ecco come hanno convinto Rosa e Olindo a confessare"
Strage di Erba, seconda puntata/ La posizione del professor Giuseppe Sartori, consulente della difesa che ha periziato Olindo Romano e Rosa Bazzi
Strage di Erba, seconda puntata/ Il consulente della difesa ad Affari: "Domande suggestive e vulnerabilità psicologica. Così li hanno convinti a confessare". Intervista
“Quelle confessioni ci furono estorte. Ritrattammo, non ci ascoltarono”. Con queste parole Olindo Romano e Rosa Bazzi hanno, dopo anni di silenzio, urlato in una lettera al Tg1 la loro innocenza in relazione alla strage di Erba. La loro voce, però, non è destinata a rimanere solitaria. Su Affaritaliani.it nella scorsa puntata abbiamo dato spazio al contenuto della corposa istanza di revisione- visionata in anteprima- considerata ammissibile dalla Corte d’Appello di Brescia, dalla quale emergono contraddizioni, punti oscuri e dubbi.
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Tutti aspetti che riguardano, per l’appunto, anche la presunta confessione dei due coniugi. Confessione “estorta” o, per meglio dire, “acquiescente”: ad affermarlo Giuseppe Sartori, Professore Ordinario di Neuropsicologia e Psicopatologia Forense presso l’Università degli Studi di Padova, che per le consulenze tecniche di revisione si è occupato di curare il progetto generale e nello specifico delle false confessioni, delle valutazioni cliniche di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Affaritaliani.it lo ha interpellato per capire meglio sotto quali aspetti le dichiarazioni rese dai due coniugi vacillerebbero, e non sarebbero spontanee (o perlomeno genuine).
Professore, siete arrivati alla conclusione che le confessioni di Olindo e Rosa sono “false confessioni acquiescenti”. Cosa vuol dire?
Si tratta di quelle in cui i sospettati confessano un crimine non commesso a seguito di una vulnerabilità psicologica di base combinata a tecniche d’interrogatorio che oggi sappiamo essere “a rischio” di provocare false confessioni e per questo fortemente sconsigliate dalle linee guida investigative internazionali attuali. Pur essendo la confessione considerata una “prova regina”, infatti, studi scientifici recenti, effettuati su oltre 375 innocenti certi precedentemente condannati e assolti in revisione (con la prova del DNA), hanno dimostrato incontrovertibilmente come il 25% di questi avessero, in origine, falsamente confessato. La confessione dell’innocente è pertanto un evento relativamente frequente.
Cosa vi ha portato a queste conclusioni?
Un’analisi effettuata sulla documentazione processuale della strage di Erba evidenzia come TUTTI i fattori predisponenti evidenziati dalle ricerche sulle false confessioni si possono reperire in Olindo Romano e in Rosa Bazzi.
Per quel che concerne i fattori esterni, l’analisi dei verbali delle confessioni ha evidenziato che entrambi sono stati esaminati con tecniche oggi censurabili alla luce delle conoscenze scientifiche in tema di conduzione degli interrogatori. Ad esempio sono state amplificate le prove contro di loro (per esempio è stato detto che era stato trovato il sangue sul pigiama di Rosa, fatto non vero), sono state prospettate conseguenze negative in caso di mancata confessione (ergastolo) e conseguenze positive in caso di confessione (sconti di pena e possibilità di continuare a vedersi), e sono state fornite loro informazioni dirette sulla strage (ad esempio la descrizione dell’aggressione a Frigerio o l’esibizione delle foto relative alla scena del crimine).
Quali sono gli indicatori che possono far capire che si tratta di una confessione non genuina?
La confessione certamente vera è quella che contiene informazioni che gli inquirenti già non conoscevano. Questo è l'unico criterio certo. Da questo punto di vista le dichiarazioni autoaccusatorie dei Romano sono prive di questo tipo di informazioni. Inoltre, nelle confessioni i due condannati commettono tantissimi errori e la presenza di questi errori è stata riconosciuta nella sentenza di appello. Una cosa particolarmente importante è che nella scena del crimine c'era buio, essendo le 20.00 di dicembre e la luce era stata staccata. Quindi i due non potevano descrivere come erano vestite o posizionate le vittime visto che non avevano avuto modo di vederle se non in penombra.
Tenuto conto che qualche informazione di questo tipo è stata prodotta da Olindo significa che proviene da qualche parte e non dalla percezione diretta che era impossibile. Sappiamo oggi che durante le confessioni Olindo e Rosa avevano davanti le fotografie della scena del crimine. E' così che hanno potuto dire qualcosa sulle caratteristiche visive di una scena che non potevano aver visto perchè l'azione è stata portata a termine al buio.
Quali sono gli elementi della ricostruzione di Olindo e Rosa che sono più inficiati dagli errori?
Fra le confabulazioni più clamorose di Rosa c'è quella in cui lei ha detto che aveva accoltellato sia Azouz che Olindo (quest'ultimo al McDonald). Olindo e Rosa, inoltre, affermano numerosissime volte di non ricordare: Olindo colleziona centinaia fra “non lo so”, “non mi ricordo” “mi sembra”, “questo adesso mi sfugge" non appena i Pubblici ministeri chiedono dettagli in merito a qualsiasi tema della strage o riguardo alla sua progettazione. Lo stesso si può dire per Rosa, che poco o nulla sa dire sulla progettazione della strage e su come e dove furono colpite le vittime. Emerge dunque chiaramente quanto le dichiarazioni fossero in balia di specifiche domande suggestive. Quelle che vengono definite confessioni sono, in realtà, una serie di “sì” a suggerimenti sotto forma di domande chiuse formulate dall’interrogante.
Nella seconda parte di interrogatorio di Rosa Bazzi, le vengono lette integralmente le dichiarazioni del marito e lei chiede se può dire solo “sì è vero” a ogni affermazione.
Lei ha potuto ascoltare le intercettazioni ambientali in cui i coniugi si professano innocenti? Perché quelle sarebbero genuine?
I Romano sono stati intercettati in casa fin dai primi giorni. E' stato scritto che, in modo sospetto, i due non parlavano mai della strage. In realtà ne parlavano tantissimo tra di loro e commentavano tutte le notizie che circolavano. Quando hanno saputo che Frigerio si stava riprendendo avevano parlato di andarlo a trovare in ospedale. Sono stati poi messi nella stanza dotata di cimici prima delle dichiarazioni ai Pubblici ministeri, e Olindo cercava di convincere Rosa della convenienza a confessare (pena ridotta e cella matrimoniale). I due discutevano di confessare qualcosa di mai fatto in modo chiaro. Poi sono usciti e hanno confessato.
Che personalità è quella dei coniugi Romano?
Durante i processi non è stato fatta una valutazione dello stato mentale dei due nonostante le ripetute richieste della difesa. Noi abbiamo effettuato accertamenti diretti. Dalle valutazioni condotte su Olindo è emerso che questi presenta aspetti di personalità quali acquiescenza, scarsa autoefficacia percepita, ideazione cospirazionista e abnorme credulità, nonché aspetti psicopatologici, che configurano un disturbo dipendente di personalità. Dalle valutazioni condotte su Rosa Bazzi è emerso che ella presenta una disabilità intellettiva (ritardo mentale) e soffre di un disturbo dipendente di personalità. Il suo QI è pari al 50, un quoziente che impedisce di imparare a leggere e infatti non sa leggere, così come non sa riportare correttamente la sua data di nascita.
In questa seconda parte vi abbiamo dato conto delle criticità che riguardano la prova della "confessione", e che hanno convinto non solo Cuno Tarfusser, ma anche Giuseppe Sartori e altri 14 esperti dell'innocenza di Olindo e Rosa. Nella prossima puntata analizzeremo nel dettaglio la seconda "prova" che ha portato alla condanna dei due coniugi, la macchia di sangue rinvenuta (almeno apparentemente) sull'auto dei Romano.