Cronache

Foggia, panettiere-killer resta in carcere: "Gelosia morbosa, non è pentito"

Di Redazione Cronache

L'uomo è in carcere per aver ucciso la figlia Gessica e il suo vicino di casa Massimo De Santis, quest'ultimo presunto amante della moglie Tefta

Omicidio Foggia, Taulant Malaj resta in carcere per aver ucciso la figlia e il presunto amante della moglie, verso cui nutriva gelosia

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia ha convalidato il fermo contro il panettiere albanese Taulant Malaj, e ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il 45enne ha confessato di avere ucciso domenica scorsa a Torremaggiore (Foggia) la figlia 16enne Gessica e il vicino di casa, il 51enne Massimo De Santis, che riteneva essere l'amante di sua moglie. L’accusa è di duplice omicidio e di tentato omicidio della moglie 39enne Tefta, “salva grazie all’intervento della figlia e al convincimento del marito che fosse a terra già esanime”, oltre che all’arrivo successivo del personale sanitario.

"Il quadro indiziario - già grave e supportato dalle dichiarazioni confessorie del prevenuto - si è consolidato a seguito dell'acquisizione dei filmati (in casa erano presenti delle telecamere, ndr) che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l'uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia all'interno della sua abitazione. Le modalità del fatto e l'entità delle lesioni cagionate alle vittime mostrano chiaramente che il Malaj ha agito con l'intenzione di cagionare la morte non solo del De Santis ma anche della moglie e della figlia" si legge nel provvedimento di convalida del fermo a firma del gip Roberta di Maria.

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Inoltre, nel corso dell'interrogatorio di convalida, l'assassino si è detto "dispiaciuto per la figlia", ma a quelle parole il giudice Di Maria sembra non crederci. Secondo quanto si legge nei documenti "sussistono concrete ragioni di cautela", che si evincono "dal tipo di reato commesso; dal movente che lo ha ispirato (ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie); dalla condotta antecedente e successiva allo stesso; dal fatto che neanche la presenza del figlio minore Leonardo di appena cinque anni, che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella, lo abbia fatto desistere dalla sua azione criminosa; dall'aver ostentato la propria inconcepibile 'impresa' riprendendo le vittime subito dopo averle accoltellate mortalmente e facendo mostra del proprio 'folle' gesto invitando tale video ad un suo amico; dalla mancanza di segni concreti di resipiscenza". Il giudice scrive anche che Malaj non è pentito di quanto commesso. Per tutti questi motivi, dunque, l'uomo resta in carcere per il concreto pericolo di fuga e di reiterazione del reato.