Cronache
Francesca Amadori licenziata, nuove accuse all'azienda: "Donne discriminate"
Il 13 dicembre un nuovo episodio della "dinasty del pollo". L'ex direttrice Francesca accusa: "Donne discriminate"
Amadori, il licenziamento della nipote del fondatore verso il processo: spuntano accuse di discriminazione di genere
Si discuterà il prossimo 13 dicembre, davanti alla sezione Lavoro del Tribunale di Forlì, il ricorso contro il licenziamento di Francesca Amadori, 45 anni, nipote del fondatore della famosa azienda alimentare. La donna, dopo 18 anni di servizio come direttrice della comunicazione, era stata allontanata a gennaio dal gruppo industriale di famiglia, guidato oggi dal padre Flavio e dallo zio Denis, ufficialmente per assenteismo.
Secondo quanto fino ad ora emerso, dopo un periodo di malattia riconosciuto da uno specialista, Francesca si era dichiarata disponibile al rientro in cambio del riconoscimento delle sue mansioni e del suo ruolo. Ma secondo gli avvocati dell'azienda di famiglia, che nel 2022 è tra i primi cento marchi alimentari di maggior valore al mondo, il licenziamento è scattato proprio per la sua assenza ingiustificata consecutiva e per la sua insubordinazione rispetto alla richiesta di presentarsi al lavoro: che comunque, secondo il ricorso, non prevedeva alcuna promozione.
“Dinasty del pollo”, spuntano le accuse contro l’azienda Amadori: “Donne discriminate”
Chi ha ragione lo deciderà il giudice Luca Mascini; ma nel frattempo il tema del dibattito si è ampliato a una domanda di fondo: all’interno di Amadori le donne sono discriminate?
A sostenere questa posizione anche la consigliera regionale di parità dell’Emilia Romagna, la consulente del lavoro Sonia Alvisi, che ha ravvisato la presunta violazione dei principi di pari trattamento tra dipendenti all'interno dell'azienda: un fenomeno di “glass ceiling”, il soffitto di cristallo che in molte attività preclude l'accesso delle donne alle posizioni di vertice.
“Emerge come il trattamento retributivo medio riconosciuto alla dottoressa Amadori sia stato inferiore a quello mediamente percepito dai quadri di genere maschile e dai dirigenti - scrivono i legali della consigliera, intervenuta "in aiuto" dell'ex direttrice - Le donne sono assenti dal management e dai vertici e risultano visibili solo nelle sfere più basse, relative a mansioni di carattere esecutivo e quindi subalterne. Ciò pur a fronte dell'elevato livello di istruzione del personale femminile e, nello specifico, della dottoressa Amadori... L'assenza di donne nelle posizioni elevate e di vertice (nelle stanze dei bottoni) comporta poi, per forza di cose quale diretta conseguenza, il perpetuarsi della situazione di disparità”.