Cronache
G7 di Brindisi, l'accusa di Siulp: "Disarmante organizzazione logistica"
La nave hotel presenta "stanze in condizioni vergognose" per non parlare della lunga procedura di registrazione
G7 di Brindisi, il Sindacato di Polizia denuncia le pessime condizioni della nave che ospita le forze dell'ordine e tanti altri problemi organizzativi
Mancano ormai pochissimi giorni al G7 che si terrà a Borgo Egnazia a Savelletri (Puglia) e secondo le stime sono attese quasi 20mila presenze tra delegazioni dei Paesi fondatori e quelle invitate oltre a forze dell'ordine, personale dei servizi, etc. Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (Siulp) denuncia però una "disarmante organizzazione logistica e mortificazione del personale aggregato". Di seguito il comunicato completo:
"Nel pomeriggio odierno abbiamo ricevuto decine di segnalazioni inviate da colleghi aggregati a Brindisi per essere impiegati nel dispositivo che presiederà l’ordine e la sicurezza pubblica per il vertice dei capi di Stato e di governo in programma nei prossimi giorni.
Ci saremmo aspettati che, sull’esempio delle incresciose approssimazioni denunciate in occasione di eventi di assai minore portata, sarebbe stata dedicata una particolare premura nel predisporre la ricettività del personale.
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Ed invece siamo a dover lamentare l’ennesima dimostrazione di una capacità logistica imbarazzante ed impreparata. Le impietose immagini dei video ripresi dentro e fuori dalla nave che, ci era stato assicurato, avrebbe soddisfatto standard di decoro e dignità, restituiscono raccapriccianti scene di perdite di acqua dall’impianto di condizionamento e dai sanitari dei bagni, stanze in condizioni vergognose con materiale che esce dagli split dei condizionatori e si deposita sulle lenzuola dei letti, nonché condizionatori guasti nelle cabine centrali, quindi senza possibilità di aerazione esterna, con un microclima infernale. La nota più dolente, anche a voler trascurare l’assenza di cassette di sicurezza per il deposito delle armi personali, riguarda l’innumerevole quantità di bagni intasati e non funzionanti. Oltre ai limiti strutturali della nave, che davvero si fatica a capire come sia stato possibile valutare come idonea, ci sono poi quelli di un servizio di reception che sarebbe risultato inadeguato anche per alberghi di poche decine di stanze, e giusto per rendere le cose ancora più complicate con personale che si esprime esclusivamente in lingua inglese.
Centinaia di colleghi sono così dovuti rimanere in attesa per almeno un paio d’ore sul pontile – era così difficile scaglionare gli arrivi? – con decine di ore di viaggio sulle spalle, senza che nessuno abbia avvertito l’esigenza di allestire un minimo di zona benessere per un doveroso ristoro dalla fatica accumulata. E men che meno di spiegare loro cosa stava succedendo. Ancora in tarda serata interi reparti sono in attesa di poter fare il check-in. E, ciliegina sulla torta, sempre a causa della scarsità di personale dell’armatore, entrare ed uscire dalla nave, per i controlli del badge e la registrazione dello spostamento, impegna almeno un’ora.
Chi poi ha avuto la fortuna di poter arrivare alla distribuzione del vitto – ed ancora nella tarda serata sono stati assai pochi – dopo una ennesima estenuante attesa ha scoperto che non erano disponibili vassoi, ed è stato costretto ad arrangiarsi con i piatti che riusciva a tenere in mano.
Sin dalle prime segnalazioni ci siamo immediatamente attivati presso il vertice del Dipartimento della P.S., che si è a sua volta interfacciato con la Questura di Brindisi. Nelle frenetiche interlocuzioni che si sono susseguite abbiamo preteso immediati provvedimenti, anche, se necessario, di spostare in strutture ricettive dignitose i colleghi a cui sono state assegnate cabine inagibili. Mentre scriviamo continuiamo ad esercitare ogni forma di pressione per ripristinare per quanto più è possibile la deriva sconcertante a cui sono costretti i malcapitati che pensavano di averle viste tutte, ma hanno dovuto prendere atto di come la realtà possa superare anche la più fervida fantasia.
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Non è questo il momento di andare alla ricerca delle responsabilità, essendo prioritario incalzare l’Amministrazione per evitare che le già mortificanti condizioni imposte ai colleghi possano peggiorare, e date le premesse non ci sarebbe di che stupirsi. Ma non mancherà di certo un contesto in cui chiederemo conto e ragione degli inauditi disagi provocati da negligenze inaccettabili.
Ringraziamo quanti ci hanno consentito di avere in tempo reale il quadro degli accadimenti, e confidiamo che, dopo le sferzanti proteste azionate con i massimi responsabili del Dipartimento della P.S., ci sarà una correzione nella linea di gestione".