Cronache
Hacker Lazio, ora si teme un'escalation. Campagna vaccinale in ostaggio
Il timore è che l'aggressione possa salire di livello e che possa essere messa all’asta la capacità di sabotare la campagna vaccinale
Al momento non ci sono evidenze per poter circoscrivere il luogo di provenienza dell'attacco hacker al Ced della Regione Lazio. Secondo quanto apprende l'Adnkronos dagli investigatori della Polizia Postale le ''tracce'' che portano in un paese piuttosto che in un altro ''non significano nulla'' perché le vpn ad esempio possono essere acquistate in un luogo e usate ovunque. Al momento, inoltre, non è emerso nessun elemento in relazione al furto dei dati sanitari. Infine l'attacco sarebbe opera di cyber criminali dotati di alto skill tecnico.
ATTACCO HACKER, RAPETTO: "DIRE CHE NON PROVIENE DA ITALIA È UN'ILLUSIONE"
"Targare l'attacco con un indirizzo Ip straniero è un gioco che sanno fare anche i ragazzini. La provenienza straniera è semplicemente un'illusione". Ai microfoni di iNews24.it, Umberto Rapetto, generale della Guardia di Finanza in congedo dal 2021, che ha lavorato nel Gruppo Anticrimine Tecnologico delle fiamme gialle. Secondo l'esperto informatico, l'attacco hacker subito dalla Regione Lazio, potrebbe provenire dall'Italia: "Internet non ha confini e ognuno può fare ponte con qualunque angolo del mondo, collegandosi a un server estero". Rapetto ritiene che l'attacco poteva essere previsto: "Il vero problema è che quello che è accaduto è la dimostrazione di una totale impreparazione. Ed è strano perché già un anno e mezzo fa l'ospedale San Raffaele a Milano era finito nelle mani di Anonymous e una cosa simile è successa allo Spallanzani. Il mondo della sanità è nel mirino perché può consentire grandi profitti e a scendere in campo sono aziende concorrenti a quelle che hanno fornito i vaccini, o i no vax che protestano contro lo strapotere delle multinazionali".
HACKER LAZIO, ORA A RISCHIO TUTTA LA CAMPAGNA VACCINALE ITALIANA
Ma soprattutto c'è la brutta sensazione dell'esposizione dei dati sensibili. Come scrive Repubblica, "il futuro della campagna vaccinale della regione che ospita la capitale d’Italia è nelle mani di una banda di criminali internazionali". E la vicenda del Lazio insegna che l'Italia è esposta anche a futuri attacchi, sia che essi provengano dall'interno o dall'esterno. "Ad essere stati colpiti sono stati i server virtualizzati, quelli che erogano servizi: prenotazioni vaccini, certificati, Green Pass. È lì che il trojan ha cifrato i dati", prosegue Repubblica.
Che spiega: "Come spesso accade in questi casi, il timore è però che l’aggressione possa salire di livello: che i dati sanitari della classe dirigente italiana possano cioè essere venduti sul mercato nero. Che possa essere messa all’asta la capacità di sabotare la campagna vaccinale. E che dunque gli hacker possano mettere la propria chiave d’accesso in vendita sul dark web. In sostanza che l’ostaggio venga offerto a una banda di sequestratori ancora più cattivi, per chiedere un riscatto alto. Oppure pronti a incenerire i dati". Il rischio è altissimo.