Cronache

I tatuaggi rafforzano il sistema immunitario, ecco perchè

di Redazione

Alcuni danni alla pelle, somministrati da un professionista che utilizza attrezzature sterili, potrebbero addirittura mantenere attive le cellule immunitarie

Per comprendere alcuni degli effetti immunitari dei tatuaggi, Christopher Lynn, antropologo dell’Università dell’Alabama, ha studiato alcune persone pesantemente tatuate in diverse parti del mondo. Lui e i suoi colleghi hanno scoperto che gli individui che si tatuano frequentemente sembrano avere nel sangue livelli più elevati di alcune molecole immunitarie, compresi gli anticorpi, rispetto alle persone che si tatuano raramente (almeno per un breve periodo). Forse, dice Lynn, i tatuaggi frequenti forniscono al sistema immunitario un allenamento regolare a bassa intensità e mantengono più in forma alcuni elementi del nostro armamentario difensivo.

Ma un maggior numero di anticorpi non equivale a una migliore immunità e i ricercatori non hanno ancora un’idea della durata di questi effetti, dice Saranya Wyles, dermatologa della Mayo Clinic. Inoltre, poiché Lynn e i suoi colleghi non hanno condotto uno studio clinico in cui hanno chiesto ad alcune persone di tatuarsi e ad altre di non farlo, non possono dimostrare che l’aumento degli anticorpi sia un risultato diretto del tatuaggio.

È possibile, mi ha detto Lynn, che le persone con livelli naturalmente più elevati di alcune molecole immunitarie siano più inclini a farsi tatuare, perché hanno meno probabilità di avere reazioni negative. I tatuaggi, in questo caso, sarebbero più che altro una prova del nove per il corpo. Una cosa che, per certi versi, coincide con l’impulso culturale della body art in molte culture: ostentare la propria tolleranza al dolore. In ogni caso, ha avvertito Lynn, anche nel migliore dei casi un tatuaggio avrà i suoi limiti. “Non credo che curi il raffreddore” o, realisticamente, una qualsiasi altra cosa.

Indipendentemente dal fatto che i tatuaggi stessi rafforzino o meno l’immunità, essi potrebbero essere d’ispirazione per una tecnologia in grado di farlo. L’équipe di Kobinger è una delle tante che sta studiando la tecnica dei tatuaggi per la somministrazione dei vaccini: questo in modo da renderli più potenti, più efficienti e più facili da assumere. La maggior parte dei vaccini attualmente a nostra disposizione viene iniettata in profondità sotto la pelle, nei muscoli, che non sono ben forniti di cellule immunitarie. Il processo richiede tempo e dosi abbastanza elevate per essere veramente efficace. La pelle, invece, è “un luogo formidabile per somministrare i vaccini”, mi ha detto Kobinger. “Le cellule sono già sul posto e la reazione è immediata”.

Esiste già una tecnica per somministrare i vaccini in profondità nella pelle, chiamata “intradermica”, che è stata utilizzata per i vaccini contro il vaiolo, la tubercolosi, la rabbia e, recentemente, il vaiolo delle scimmie. Ma i vaccini intradermici richiedono un certo addestramento per essere somministrati e quando gli aghi mancano il bersaglio, l’efficacia dell’iniezione può essere decisamente più bassa.

I dispositivi per il tatuaggio, equipaggiati di fiale di vaccino, potrebbero, in teoria, aggirare queste insidie, secondo Kobinger. Nei suoi esperimenti con vari vaccini, il metodo del tatuaggio ha generalmente dato risultati migliori rispetto alla tecnica intradermica; alcuni studi, anche se non tutti, hanno ottenuto risultati altrettanto incoraggianti. Se la tecnologia progredirà, mi ha detto Kobinger, un giorno le persone potrebbero avere bisogno di meno iniezioni di alcuni vaccini multidose, il che risparmierebbe loro tempo, denaro, fatica e disagi. Anche senza inchiostro questi aghi potrebbero comunque, forse, lasciare su di noi un’impronta permanente.