Cronache
I vescovi di fronte alla prova biblica della pandemia e dei non credenti
di ANTONIO SASSONE
I Vescovi italiani, riuniti per tre giorni a Roma nell’insolita “Villa Aurelia” come “Consiglio Permanente” si sono ritrovati “consapevoli” di “vivere un tempo di prova”, richiamata come “categoria” che romanda all’”esperienza biblica e in particolare al Crocifisso-Rissrto”. Perseguitati gli Uni e gli Altri da non credenti dell’epoca. Tempo di prova sì ma oggi “la Chiesa italiana s’impegna a “non prendere le distanze, a non barattarla con un improbabile rilancio,ma ad attraversarla con cuore credente”. Tempi duri, ma non facili. La Chiesa non ha lamentato carenze, non ha messo in primo piano poveri e immigrati, non ha condannato le guerre in Medio Oriente e altrove,. L’eletto Consiglio. che rappresenta tutte diocesi del Paese – e quindi parrocchie e fedeli – ha preso tempo e si è proiettato all’Assemblea Generale di Roma, in programma dal prossimo 16-19 novembre quando saranno assunti gli impegno pastorali per il Quinquennio successivo. Nel frattempo so è in attesa. Si punta soprattutto all’”essenziale”.
Il processo di essenzializzazione deve puntare a “riscoprire il primato dell’Evangelizzazione e a ripresentare gli strumenti adeguati”: Per questo il Comunicato conclusivo della Cei ha atteso un giorno prima di essere diffuso. Nel frattempo tutte le realtà ecclesiali potranno approfondire i punti che il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente, aveva indicato nella sua relazione d’apertura. Le 7 “Cartelle” diffuse con comunicato conclusivo potrebbero essere stampate in prezioso volumetto come ha fatto finora l’Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che finora è stato Vice Presidente.
E se la Chiesa oggi proietta il suo interesse, l’impegno, l’attività, la collaborazione; se chiama a collaborare la Caritas e ne loda l’attività: se utilizza parte dei fondi percepiti con l’attività dell’8per mille, non è che tutto vada bene. Tutt’altro, La Cei denuncia infatti proprio in apertura del suo Comunicato macroscopiche difficoltà. . Anzitutto “la crescita dei non credenti”: Specie nei giovani. Non si parla do ateismo, di allontananza dalla fede. Ci sono espressioni più dure. Si parla di “una credenza senza appartenenza” e di una “religione senza identità”, di una certa “evanescenza della dottrina”. Cioè, magari senza sapere a chi. Ma non si può certo cedere alla burocrazia, e tanto meno alla malavita mafiosa, che stanno prosperan do anche nel Nord del Paese. In somma, c’è molto da recuperare.