Cronache
Impagnatiello e la premeditazione, trovate due bustine di veleno nel suo zaino
Gli inquirenti cercano di capire le reali intenzioni del killer di Giulia. Lui continua a smarcarsi: "Ho visto il topicida a lavoro e volevo saperne di più"
Omicidio Senago, le ricerche inquietanti su internet e le contraddizioni
Continua a tenere banco la drammatica vicenda dell'omicidio di Giulia Tramontano, la 27enne di Senago brutalmente uccisa dal suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello. Gli inquirenti vogliono capire se il killer premeditasse o meno l'uccisione della ragazza incinta al settimo mese. Tra gli elementi ancora non chiariti ci sono appunto le reali intenzioni del barman, l’assassinio della sua compagna era stato pianificato, una volta resosi evidente il crollo del castello di bugie costruito dall'uomo? Tra gli elementi che nelle ultime ore hanno fatto dubitare gli inquirenti della versione fornita dall’imputato, c’è il fatto che Impagnatiello avrebbe effettuato su Internet già nei giorni precedenti ricerche inquietanti. Fra queste, una per ottenere informazioni su "come uccidere un essere umano con veleno per topi". Ancora una volta, però, Impagnatiello si è smarcato.
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La prova regina della premeditazione? Non secondo lo stesso reo confesso, che rispondendo sul punto agli investigatori – come emerge dai verbali degli ultimi interrogatori – ha detto che quella ricerca online sul veleno l’avrebbe effettuata "perché ne aveva visti alcuni sul posto di lavoro". E ieri, durante i rilievi effettuati nell’abitazione di Senago dove si è consumato il femminicidio, sono state trovate proprio due bustine di un topicida nello zaino di Impagnatiello. Non solo ricerche quindi, il veleno per topi lo aveva comprato davvero. Che voleva farne? La risposta a questa domanda è la chiave per risolvere questo terribile giallo. La madre del killer davanti ai pm dice: "Controllavo gli accessi su Whatsapp di Giulia, sapevo dell'altra donna".