Cronache
In Italia ancora due morti al giorno per droga
Sono i dati di Geoverdose, sito di monitoraggio quotidiano
Sono già 36 i morti per overdose in Italia dall’inizio dell’anno. Una media di due al giorno. Nonostante i lockdown, la pandemia, non si ferma il mercato dell’eroina.
Sono dati che arrivano da Geoverdose.it
Che cosa è Geoverdose?
Lo racconta Salvatore Giancane , fondatore del progetto insieme a Ernesto De Bernardis
“L’idea ci è nata scoprendo un sito americano, LostLove, creato da un ragazzo che aveva perso per overdose la propria fidanzata. Abbiamo creato uno strumento aperto a tutti per monitorare il fenomeno delle overdose da sostanze nel nostro paese perchè i rapporti ufficiali escono anno dopo anno mentre per monitorare il fenomeno serve uno strumento che dia informazioni quasi in tempo reale. Perché il mondo del consumo di droghe è veloce, muta in fretta, ed è importante per noi capire cosa succede sul territorio, dove si verificano dei picchi di crisi, dove si sposta il mercato.
Analizziamo e pubblichiamo tutte le notizie per morti dovute a eccesso e abuso di sostanze, utilizziamo notizie che compaiono sulla carta stampata o sul web. Certamente non abbiamo tutti i dati, nelle grandi città in particolare spesso una morte per overdose non è nemmeno una notizia da pubblicare, ma possiamo dire che il nostro grado di affidabilità è all’80-90%. Siamo diventati una fonte credibile anche per le istituzioni. La nostra mappa non è solo importante per gli eventi in se, ovvero il conto delle vittime, ma raccogliamo dati anche sulle circostanze. Dove è avvenuto l’episodio (vicino a una stazione, in auto, in un albergo, da soli o in compagnia, se c’è stato un mix di sostanze e, se possiamo, indichiamo quali etc). In questo modo disegnano una mappa che fa riferimento anche alle circostanze del decesso e questo è importante per la prevenzione”.
-Perché l’eroina continua a diffondersi, specialmente tra i giovanissimi?
“Il mercato dell’eroina – continua Giancane – si è modificato molto negli ultimi anni. Partiamo dalla produzione di oppio che negli ultimi dieci anni si è decuplicata. Solo nel 2018 la produzione di oppio in Afghanistan è cresciuta dell’87%, 9mila tonnellate pronte a essere immerse sul mercato. Vuol dire tantissima merce di ottima qualità da smerciare a prezzi sempre più bassi. Negli ultimi anni il delta tra il costo della cannabis e quello dell’eroina è stato spaventoso: se 20 anni fa con quello che serviva per 1 grammo di eroina potevi comprarti 15/20 grammi di cannabis oggi il rapporto è quasi alla pari. Le rotte dello spaccio sono cambiate. Mafia e Ndrangheta hanno abbandonato l’eroina per concentrarsi sulla cocaina. In particolare è la Ndrangheta oggi a gestire e a decidere il prezzo della cocaina, l’unica organizzazione al mondo in grado di non dover pagare ai produttori il materiale sequestrato perché già compreso nel prezzo di acquisto come voce di ‘rischio’. L’eroina segue rotte diverse: dalla Nigeria, dai Balcani. Il prodotto che arriva dai Balcani, in mano a slavi e albanesi, subisce più passaggi, più tagli, quindi è meno puro. Il prodotto nigeriano arriva direttamente nel nostro paese, con un tasso di purezza molto più alto. I quantitativi sono generalmente piccoli. Difficilmente un carico di eroina supera i 10kg, mentre per la cocaina parliamo di tonnellate. L’eroina viaggia su mezzi più piccoli, spesso con ‘passatori’ che la ingeriscono. Insomma tutta la catena è meno costosa, più leggera, e questo contribuisce alla riduzione del prezzo. Le piccole e medie organizzazioni sul territorio, generalmente di nordafricani, che gestiscono lo spaccio al dettaglio come nel caso di Rogoredo o San Donato a Milano non danno particolare fastidio alle grandi famiglie della Ndrangheta o della camorra. Lasciano fare. E poi l’eroina viene sempre più fumata o mischiata con la coca, sempre meno iniettata. L’allarme sociale è sceso anche perché sono oggettivamente diminuiti i ‘tossici’ nei centri urbani. Ma certo il fenomeno tra i giovanissimi è in aumento perché con soli 5 euro puoi farti una tirata”.