Cronache
Lavoro e morte, l'importante è risparmiare. Firenze e la vergogna subappalti
La Procura al lavoro per ricostruire la dinamica. In Italia quasi tre morti al giorno. Intervista a Ugo Ruffolo, esperto di legislazione sugli appalti
Si può fermare la marea di morti sul lavoro. Il crollo al cantiere di Esselunga a Firenze ha colpito tutti. Accaduto il fatto vediamo le cariche pubbliche e i politici che si battono il petto e finisce lì, in attesa del prossimo morto... Ne abbiamo parlato col professor Ugo Ruffolo
Tragedia di Firenze. Che cosa accade in casi come questi? Come funziona la catena di subappalti? Il professor Ugo Ruffolo ad Affaritaliani, avvocato, docente di Diritto civile, esperto di legislazione sugli appalti, spiega cosa accade ora.
Le morti di Firenze ripropongono lo scenario che vediamo da anni: appalti, cantieri, morti, sembra la solita storia. Lei che pensa?
In ogni caso ci sono due ordini di problemi, uno penale e uno per i danni. Per i danni, anche quando c'è una catena di subappalti, se tu hai scelto male uno sciagurato, è abbastanza facile poi che ne rispondi per i danni cagionati. Somiglia un po' alla responsabilità del dipendente. Se un dipendente di una società fa danni è sicuro che ne risponda la società. Se invece la società fa un contratto con una seconda società e gli chiede un'attività, spesso non ne risponde la prima, ma solo la seconda società.
Sul caso specifico lo accerteranno le indagini, immagino
Faccio un esempio: se devo mettere a posto una centrale nucleare e chiamo il figlio del portiere che è assolutamente inadeguato, nonostante lo schermo della distinta società e il tipo di rapporto contrattuale, rispondo lo stesso di aver scelto male. In ogni caso, la scelta di qualcuno inadeguato espone a responsabilità per colpa di chi lo ha scelto, nonostante ci sia una catena di subappalti.
Al di là dello specifico caso, visti i numeri, le morti nei cantieri in Italia mi sembra un déjà vu o no?
Una cosa interessante, proprio in relazione al deja vu. Spesso succede che i nostri giudici saltano ancora una volta lo schermo della distinta personalità giuridica e chiedono: ma tu da chi dipendevi realmente? Se è lui, il committente, che li dirige, è sua la responsabilità perché è lui che dice cosa fare. Bisogna vedere in concreto cosa è accaduto a Firenze. Se vi erano effettivi subappalti, nei quali si delegava l’intera attività e il potere direttivo. Bisogna vedere se l’azione era diretta dall’ultimo subappaltatore o glielo diceva qualcuno prima. In entrambi i casi, la distinta personalità giuridica del diverso soggetto societario non mi salva per la responsabilità civile e rischio di risponderne anche lavoristicamente. Bisogna capire di chi era il potere direttivo reale. Per la responsabilità penale, la situazione è un po' diversa.
Visto che Italia c’è uno scenario di morti continue sul lavoro, come è possibile che la legislazione e i meccanismi di controllo non frenino il processo? Accaduto il fatto vediamo le cariche pubbliche e i politici che si battono i petto e finisce lì, in attesa del prossimo morto...
C'è l'ispettorato del lavoro che in ogni caso deve vigilare, sia sulle condizioni di lavoro e talora anche su chi è dipendente di chi.
Quindi questi ispettorati del lavoro funzionano o no?
Bisogna vedere le statistiche annuali e capire quante ispezioni fanno. Non so se c'è un problema di organici, ma bisogna guardare i numeri e contemporaneamente verificare quante ispezioni fanno. Il problema della sicurezza del lavoro è proprio un problema degli ispettori del lavoro, ma anche un problema di autorità pubblica. Poi il discorso del decentramento, mediante subappalto è un altro. Non sempre ti spogli di ciò di cui vorresti spogliarti perché poi se subappalti a uno sciagurato, i danni li paghi tu e qualche volta i dipendenti è come se fossero tuoi.
Se lei fosse il presidente Giorgia Meloni, la prima cosa che farebbe in questo specifico settore quale sarebbe?
Se si tratta di appalti pubblici, limitare la possibilità di subappaltarli.
E nel caso di appalti privati? Ad esempio a Firenze si tratta di un appalto privato
Nell'appalto privato è vero che c'è la catena dei subappalti, ma è anche vero che nulla impedirebbe al privato di dare l'appalto direttamente all'ultimo dei subappaltatori. Quindi c'è solo un problema di responsabilità, se lo scegli male, cioè non c'è un sistema, un’autorità pubblica che chiede: fammi vedere chi hai scelto se no non ti do l'appalto. Quindi non riguarda più il problema dell'appalto, riguarda il problema dell'adeguamento. Io ti do il permesso di fare quell'attività in relazione al progetto che ti ha scritto lo strutturista, eccetera, eccetera, quindi per esempio nel caso di Firenze la domanda è: hanno barato? Nel senso, ci hanno messo cementaccio invece che cementone o era sbagliato il progetto strutturale e allora chi l'ha autorizzato ha autorizzato una cosa sbagliata? Faccio un esempio: un conto è se tu fai il Ponte sullo stretto di Messina e questo cade perché è stato mal progettato, è cosa diversa se tu fai il Ponte sullo stretto ben progettato ma poi coloro che lo eseguono ci mettono acciaio cattivo invece che acciaio buono.
Ma visto il dato abnorme di morti nei cantieri e di morti sul lavoro, se lei fosse Meloni cosa farebbe per prima cosa in Italia, in questo momento?
Intensificherei i controlli, ci vorrebbe una stretta, nel senso duplice: quando si approvano i progetti e come vengono eseguiti, anche in relazione alla sicurezza del lavoro e poi darei anche una stretta per considerare i lavoratori direttamente del committente, anche coloro che sono i dipendenti dell'ultimo subaffaltatore.
E questo in qualche modo amplia la possibilità di azione? Che l’appalto sia pubblico o privato?
Se è pubblico tu puoi disciplinare molto di più i subappalti. Poi c’è un’altra cosa da dire, il discorso sul minimo ribasso che riguarda essenzialmente l'appalto pubblico. Io, come privato, mi scelgo, entro certi limiti, i criteri che voglio. Per il pubblico, se viene usato il sistema del massimo ribasso significa un'altra cosa. Esempio: che se c'è un ritratto da fare, e Picasso chiede un po' di più e l'ultimo imbianchino 10.000 euro in meno, vince sempre l'ultimo imbianchino. Ma il tema è: come privilegiare la qualità? Perché se c’è il minimo ribasso devi privilegiare l’imbianchino, se proprio non hai motivi eclatanti per scartarlo. Invece dovrebbero dare molta più discrezionalità nel dare punti al valore, alla capacità, piuttosto che al semplice prezzo.