Cronache

L’AI diventa uno studente universitario: ci diranno cosa è giusto pensare?

di Antonio Amorosi

Un futuro senza pensiero umano: l'esperimento a cura del governo USA che porta in aula l’Intelligenza artificiale. Orwell oramai ci fa un baffo

Dall'homo sapiens all'homo consumer. A cosa serve il pensiero se a pensare la nostro posto c’è l’Intelligenza artificiale?

Vuoi studiare filosofia ma poi che lavoro farai? Il disoccupato!? Quante volte avrete sentito questa battuta. Da oggi potrebbe diventare una religione, come è diventata nella nostra epoca la sciiienza (quella con tre i), che il consumatore medio, che nulla sa di epistemologia, pensa non sia condizionabile dall’ideologia dominante e dalla società dl denaro. Orwell ormai ci fa un baffo.

Gli studenti della Ferris State University nel Michigan presto condivideranno le loro aule con "studenti" matricole che sono delle Intelligenze artificiali. Non avranno corpi robotici umanoidi ma interagiranno con gli studenti tramite computer, microfoni e altoparlanti. Seguiranno con loro le lezioni, faranno i compiti, interagiranno con i professori e i compagni, sceglieranno i corsi di laurea (il corso in oggetto è di Scienze), si laureeranno, per poi cercare un lavoro. Le due Intelligenze artificiali prenderanno i nomi umani di Ann e Fry. Il programma, il primo al mondo, è stato sviluppato dall’università americana in collaborazione con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la National Security Agency, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e Amazon Web Services. E’ un esperimento (è stato presentato così) il progetto, condotto dal professore associato Kasey Thompson.

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Ann e Fry potranno scegliere i propri corsi ed individuare un corso di specializzazione, ottenendo infine la laurea, se scelgono di farlo, ha spiegato Thompson, lasciando completamente loro le decisioni sul tipo di educazione da intraprendere. Si capirà sul campo come l’Intelligenza artificiale riesca a simulare il comportamento umano, inclusa la capacità di eseguire compiti, prendere decisioni, riconoscere la parola e analizzare le immagini. “I ricercatori installeranno sistemi informatici e microfoni nelle aule di Ann e Fry”, ha spiegato il sito Mlive che ha dato la notizia, accogliendo anche le dichiarazioni del professor Thompson, “in modo che possano ascoltare le lezioni dei loro professori e qualsiasi discussione in classe”.

Inizialmente, Ann e Fry potranno solo osservare la classe, ma l'obiettivo è che gli studenti-Intelligenza artificiale siano presto in grado di parlare durante le discussioni in classe e avere conversazioni bidirezionali con i loro compagni di studio. E’ sotto gli occhi di tutti che questa tecnologia, in rapida evoluzione, stia avendo un impatto imponente su tutti i settori, dall’informazione alla sanità, dall'istruzione ai governi, dal marketing ai consumi alla logistica.

Il mese scorso, il Ferris State ha ospitato il suo primo AI Day , in cui gli studenti delle scuole superiori hanno potuto partecipare a una serie di mostre e workshop interattivi tra cui un Deepfake Lab, un AI Social Engineering Lab, corse di veicoli autonomi, lavoro con Chat GPT e utilizzo dell'Intelligenza artificiale nella sicurezza informatica spaziale e satellitare. Ora il tema è: nella società del controllo capillare, del denaro come unica fede, delle imprese con il dogma di massimizzare i profitti, della frenesia del tutto e subito, dove le grandi multinazionali, i governi e le tecnologie in loro possesso regolano la vita, non diventerà invasivo e manipolativo questo approccio? Non capiremo forse da questo tipo di ricerche quali sono le scelte giuste e quali quelle sbagliate che una persona deve intraprendere per trovare un lavoro? Per vivere, per sapere? Come va seguita e utilizzata l'Università?

Poi ovviamente con fantastiche campagne mediatiche e d'informazione ci spiegheranno l'inutilità di certi corsi universitari. Cosa sia consono pensare a cose no. Tipo ad esempio l’inutilità delle filosofie non allineate al pensiero dominante. Ad esempio a che serve studiare tutta la storia della filosofia? Parmenide, Democrito ad esempio? Marx, Nietszche, Heidegger. Con questo sapere si fattura poi? Forse servono a pensare, ma se a pensare al nostro posto c'è l'AI, in ogni ambito della vita, ci si può riposare da tante angosce, da tante riflessioni! Non è forse meglio per il consumatore medio? Come con la matematica. Prima facevamo i conti a mente o per iscritto, oggi i ragazzi non sanno neanche le tabelline e senza un pc con difficoltà fanno anche solo le addizioni. Questo però vuol dire perdere cognizione del reale, con i governi e le multinazionali che che ci spiegheranno cosa è giusto e cosa è sbagliato pensare. Una mostrificazione passando dall'homo sapiens all'homo consumer.

L’AI è uno strumento potente e utile ma andrebbe regolato dagli esseri umani, non dalle multinazionali e dai governi, nell’interesse dei cittadini e con una approccio etico che tenga conto della mutazione antropologica in corso, prima che sia troppo tardi.