Cronache
Latte pieno di antibiotici e proveniente da allevamenti intensivi. Ecco perché dobbiamo berne meno
L'esperto svela i falsi miti dietro questo alimento utilizzato da sempre dall'essere umano
Quindi è anche un problema di marche, di etichette di latte?
“Sicuramente c’è anche questo aspetto. Va scelta comunque una marca decente, affidabile. Io sono del parere che se una persona vuole bere e consumare latticini deve consumare latte intero e latticino intero. Tutti quei prodotti senza lattosio, scremati o anche solo parzialmente, sono tutti prodotti che servono semplicemente a continuare a consumare un tipo di alimento che il nostro corpo ci dice di non essere in grado di digerire. Fisiologicamente parlando, perdiamo l’enzima lattasi, che è l’enzima che scinde il lattosio per digerirlo e perciò da un certo momento in poi alcuni corpi smettono di essere tolleranti al latte. Che poi sia solo il lattosio è solo un dettaglio, perché molte volte è invece è proprio un discorso che attiene alle proteine, che son meno tollerate dal nostro intestino. E per carità, il lattosio può creare intolleranza e quindi problemi intestinali anche abbastanza importanti, ma poi è il consumo costante di quel tipo di proteina che crea problematiche più serie e severe”.
Corrisponde al vero che il latte di mucca appena munto non va bevuto?
“Dipende se conosco o meno il fattore, il contadino, il modo in cui fa mangiare l’animale, coltiva il campo, perché sinceramente quel tipo di latte è il vero latte intero ed è il latte che se proviamo a berlo ci rimane sullo stomaco fino alla sera. È chiaro che se sottoposto a pastorizzazione, a trattamenti vari - delattosato, scremato o anche solo parzialmente - diventa più tollerato dal nostro organismo e digeribile. Perché dobbiamo modificare una cosa che è naturale, che è utilizzata in natura serve per far crescere un vitello? Tanto più se poi ai fini del nostro consumo quotidiano i valori del latte scremato o parzialmente sono pessimi. Perché perdiamo la parte di grasso, quindi rendiamo molto più disponibile al nostro organismo la parte degli zuccheri, perciò il lattosio, che entrano più direttamente in circolo e alzano più velocemente la glicemia. I diabetici, che bevono il latte scremato o parzialmente tale, per me commettono un’eresia!”.
A gennaio 2022 il Ministero della Salute ha diffuso un decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt per sfatarne pregiudizi e fake news, lei lo condivide?
“No, non lo condivido. Per il semplice motivo che il consumo di latte e yogurt dev’essere comunque sempre regolato sul soggetto in sé, sulle sue problematiche intestinali, problematiche di ostioporosi, eccetera. Ma il problema è che la maggior parte delle persone non legge le etichette e pensa che uno yogurt valga l’altro mentre invece per fare uno yogurt servono tre ingredienti: il latte e due batteri. Se andiamo a vedere le etichette degli yogurt hanno almeno cinque o sei righe di ingredienti e sono prodotti stra-modificati, pieni di conservanti e magari poi quei batteri se noi andiamo a consumare vicino alla data di scadenza sono già belli che morti… Il loro effetto probiotico svanisce. Lo stesso vale per il latte. Non sono assolutamente favorevole a consumarlo quotidianamente, soprattutto per i bambini che hanno l’intestino ancora delicato e devono subire questo impegno quotidiano a digerirlo”.