Cronache

Lions e Bruno Ferraro: "Così vanno riformati i Tribunali per i Minori"

di Lorenzo Lamperti
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@LorenzoLamperti

I Lions hanno appena presentato i tre nuovi Quaderni del Lionismo, che raccolgono i frutti dei tre più recenti progetti lanciati per dal Centro Studi “Giuseppe Taranto” del Distretto Lions Lazio, Umbria e Sardegna. Nell’occasione, i Lions hanno presentato al Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri una proposta di legge per l’istituzione nei tribunali italiani di sezioni specializzate per minori e famiglia che sostituiscano, con competenze allargate, gli attuali Tribunali per i Minori. La proposta è firmato da Bruno Ferraro, ex magistrato che ha rivestito importanti incarichi anche presso il Tribunale per i Minorenni e ora professore universitario.

Bruno Ferraro, come è arrivato alla proposta di legge per la riforma dei Tribunali per i Minori?

In Italia i Tribunali per i Minorenni sono stati istituiti nel 1934 per una provvida iniziativa del governo fascista. Prima di allora i minori non avevano alcuna forma di tutela se non un'estensione delle norme per la protezione degli animali. Nel 1934 nasce questo tribunale che si occupa specificamente di loro e li tutela in ambito civile e penale. Un'impostazione rimasta praticamente immutata nel corso di tutti questi decenni. I Tribunali per i Minori hanno acquisito un grande ruolo e hanno avuto un grande impatto sociale. Io stesso sono stato giudice al Tribunale dei Minori, nonché presidente e procuratore capo. Da qui il mio interesse per i problemi che riguardano la famiglia.

Il Tribunale per i Minorenni funzionano bene ancora oggi?

Credo che il loro ciclo si sia esaurito già negli Novanta. Per questo da circa 15 anni mi occupo di una proposta di riforma. Più che avere un giudice che si occupi del minore oggi serve un giudice che si occupi esclusivamente della famiglia di cui il minore è una parte. C'è la necessità di gestire una serie di leggi con attinenza alla persona. Attualmente c'è un'anomalia: il minore se delinque viene giudicato dal Tribunale per i Minorenni ma se è parte lesa, per esempio in un processo per pedofilia, il processo si tiene al tribunale ordinario dinanzi al quale la psicologia del minore non riceve la stessa forma di tutela. Anche per quanto riguarda lo strumento d'ascolto, il minore viene ascoltato come un normale testimone. Insomma, ci sono tutta una serie di tasselli che mi portano a pensare che i Tribunali per i Minorenni hanno concluso il loro percorso e devono lasciare il campo a un Tribunale per la Famiglia.

Di quali temi si può occupare il Tribunale per la Famiglia?

Si interesserà a tutto ciò che attiene alla famiglia, come per esempio divorzio, separazione e affido. Sono temi caldi e c'è la necessità che i giudici possano occuparsene a tempo pieno e non inserendo una causa di separazione particolarmente burrascosa tra un'udienza dove si fanno locazioni e un'altra. Non si possono gestire questi temi in mezzo a materie del tutto diverse. In più c'è anche una forte reazione della classe forense perché le procedure applicate al Tribunale per i Minorenni non sono in linea con le norme costituzionali. Per esempio, per quanto riguarda il giusto processo, non si privilegia il contraddittorio e l'avvocato non può tutelare adeguatamente il cliente perché non ha libero accesso agli atti del processo. Il giudice minorile glielo può negare per la tutela del minore ma di fatto nuocendo all'esercizio corretto della difesa.

Come si struttura la proposta di legge?

La proposta di legge porterebbe alla chiusura del Tribunale per i Minorenni e alla sua sostituzione con il Tribunale della Famiglia che avrebbe una competenza allargata. Ho già individuato anche le possibili sedi strutturali che sarebbero quelle sezioni distaccate dei tribunali che sono state chiuse. Non ci sarebbe quindi nessun costo aggiuntivo. Ci vuole un approccio altamente professionale e specialistico alla materia. Per questo propongo di allineare il principio di stabilità che già esiste per i giudici per le indagini preliminari e i giudici del lavoro anche ai giudici minorili.

Oggi la giustizia italiana tiene abbastanza conto del tema della famiglia?

In Italia manca un giudice della famiglia. Una mancanza imperdonabile e gravissima, soprattutto per un paese che tantissimi giudici specializzati in tante diverse materie: dalla sorveglianza alla proprietà industriale, dal lavoro al societario.

Quanto è fiducioso sul percorso della sua proposta di legge?

Ho avviato questo percorso oltre 15 anni fa e sono andato già due volte vicinissimo all'obiettivo. Nel 2002 quando il ministro Castelli aveva recepito la mia proposta e nel 2010 quando l'onorevole Casellati di Forza Italia aveva avanzato una proposta che recepiva in larga parte la mia. Poi purtroppo ci si mettono sempre di mezzo gli scioglimenti anticipati della legislatura. Rispetto alla proposta Casellati, la mia differisce su un punto importante: l'impiego dei giudici onorari che per me è fondamentale per la loro specializzazione in temi psicologici, sociologici e sui temi della personalità. Il loro impiego è fondamentale anche perché per il funzionamento del Tribunale della Famiglia sono fondamentali i tempi brevi. Qualche giorno fa abbiamo presentato insieme ai Lions la proposta al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e lui stesso si è mostrato molto interessato tanto che mi ha chiesto la disponibilità ad aiutare sull'argomento. Io sono a disposizione, anche perché realizzare questa riforma è il sogno della mia vita professionale.