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Cronache
Lo 007 Mancini svela 30anni di segreti. La verità sull'incontro con Renzi

Marco Mancini e il libro destinato a far rumore. I segreti e i giochi di potere

La famosa vicenda dell'incontro in autogrill tra Renzi e Marco Mancini, uno dei capi dei servizi segreti, torna d'attualità. Proprio l'agente, che adesso è in pensione, ha deciso di svelare tutto e lo fa attraverso un libro in uscita dal titolo "Le regole del gioco", edito da Rizzoli. L'incipit rende l'idea sull'intento di Mancini: "Questo non è un libro di riflessioni, ma di fatti, cose, azioni, intrighi vecchi e ancora in corso". Si tratta - si legge su Repubblica - di un testo pieno di messaggi: all’attuale governo, a cui Mancini concede anche un'apertura, usando parole al miele sia per Giorgia Meloni ("solo a lei potrei riferire segreti di Stato") sia per l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, ai quali però lancia una specie di ultimatum, in una lettera aperta alla premier: lancia l’allarme sull’attuale situazione del controspionaggio e chiede di usarla come "arma" per gestire i flussi migratori, sostenendo per esempio che la strage di Cutro poteva essere evitata.

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Mancini - prosegue Repubblica - nel suo libro lancia messaggi al vice premier Matteo Salvini, di cui ricorda un'inedita visita in carcere (come quella dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si scopre ora grande amico di Mancini), quando appunto il nostro 007 era stato arrestato e Salvini era soltanto un consigliere regionale. E si toglie diversi sassolini con l’ex premier Giuseppe Conte, di cui racconta inediti e inusuali incontri a Palazzo Chigi, con discussioni di promozioni a numero 2 dell’Aise, il nostro servizio Esterno (promesse condivise anche con l’allora ministro degli Esteri, Luigi di Maio) prima di un'improvvisa frenata. Dettata, fa intendere, dalla famosa storia dell’autogrill di Matteo Renzi. La vicenda dell’autogrill, per come è raccontata nel libro, è oggettivamente molto interessante, non fosse altro perché è quella che mette fine alla sua carriera.

"L’11 maggio del 2020 — scrive — il direttore del Dis, Gennaro Vecchione, mi chiese con urgenza il curriculum. In quel periodo il presidente Conte mi intrattenne quattro volte a Palazzo Chigi, lusingandomi con prospettive di carriera. Anche Luigi Di Maio, in quel momento ministro degli Esteri, mi convocò due volte alla Farnesina per riferirmi esplicitamente il suo sostegno (…) Il 22 gennaio del 2021 il presidente Conte fece le sue nomine. E io contro ogni anticipazione ero stato escluso: che è accaduto?". Mancini lascia intendere che qualcuno potesse aver avvisato Conte dell'incontro, "innocente", con Renzi all'autogrill. Che insomma quella era stata una trappola. Fatale.

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