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Cronache
Madonna di Trevignano, nuovo incontro. Affari si è infiltrato... Il racconto
La veggente Gisella Cardia

Mi incuriosisco e torno in fila per capire meglio.

C’è una signora abbronzata con tatuaggi sul braccio. Mistiche sì, ma sempre alla moda.

Si tratta di una “A” di anarchia in un cerchio, niente di diabolico. Mi rassicuro.

Il tizio deve essere ben noto alla comunità perché lo lasciano parlare mentre se la prende di nuovo con delle donne. Torna da Capresi e ricomincia a litigare. Lancia anatemi sul drappello al di là del filo spinato. I colleghi e le colleghe si grattano i gioielli di famiglia, mentre il coraggiosissimo toscano, da vero prode della sua terra di mangiapreti, cerca di stuzzicare l’esagitato. Pare un film horror.

Ci avviamo all’uscita e lì scopro che sono tutti amici. Il mitico Capresi scherza con la vigilanza e i fedeli. Sono vecchi compagnoni che devono tirare su lo spettacolo, “maremma maiala!”, dice il nostro.

Nel frattempo si rannuvola tutto in pochissimi minuti e il sole improvvisamente sparisce.

Il drappello di finti contestatori si rende conto che forse una delle maledizioni che gli ha scagliato contro il tizio è vera e si cominciano a preoccupare.

Da nord avanzano velocissime ed improvvise nuvolacce nere come la pece. Fulmini e saette rimbalzano ovunque.

Si fa notte e pochi minuti prima c’era un sole implacabile.

Paolo Capresi scappa con la macchina della produzione lasciando a terra tutti. Si sa, lui è un ganzaccio della maremma e sa come gira il fumo.

Gli altri fuggono a piedi o in canotto, mentre si scatena il diluvio. Pure noi.

Siamo senza ombrello. Ci fracichiamo come pulcini. Mi dà un passaggio, nella parte finale, un adepto con ombrello che dice: “se non ci aiutiamo tra noi che seguiamo la madonna!”. Annuisco per non perdere il prezioso passaggio.

Purtroppo il tizio è buono ma non geniale. Ad un incrocio una folgore più forte delle altre gli fa perdere di lucidità e mi scappa per la tangente lasciandomi di nuovo esposto al cataclisma.

Fuggo via per un sentiero pensando a Capresi in macchina e mi associo alle maledizioni che gli ha tirato l’invasato.

Riguadagno la macchina e fuggiamo.

Dopo poche centinaia di metri mi accorgo che c’è di nuovo il sole coguarissimo dell’inizio e comincio a pensare che, in effetti, potrebbe esserci qualcosa di vero.

Il mio illuminismo vacilla.

La colpa –pénso- è stata tutta di Capresi che ha irritato l’invasato e la vigilanza, ma soprattutto la veggente che magari si è rivolta ai suoi canali privilegiati ed è venuto giù il mondo.

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Tags:
madonna di trevignano capresi
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