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Cronache
Pino Maniaci, il giornalista antimafia estorceva soldi a sindaci.

Finti scoop, veri ricatti. La sua tv usata come clava e i sindaci come bancomat. Le false intimidazioni e le attestazioni di solidarieta' a ogni livello come fumo negli occhi e leve del suo 'sistema'. Piu' gli investigatori scavavano, piu' si delineava la figura di Pino Maniaci, indagato per estorsione e sottoposto al divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani. "Si e' scoperto - scrive il gip nella corposa ordinanza che accoglie le richieste della procura nell'ambito dell'operazione 'Kelevra' - grazie all'attivita' di intercettazione corroborata dalle dichiarazioni delle vittime (il sindaco di Partinico, Salvatore Lo Biundo e il sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca, che riferisce anche della estorsione in danno dell'assessore comunale Gioacchino Polizzi, dimostratori a riguardo reticente) che Pino Maniaci, forte del potere mediatico ottenuto esercitato ha cominciato a sfruttarlo per vessari vari amministratori locali che, intimoriti dalle notizie lesive artatamente paventate dal direttore di Telejato, vengono costretti a versare anche periodicamente somme di denaro per evitare o prevenire la divulgazione di servizi televisivi lesici del loro operato e onorabilita'". "Fai tremare tutti con questa televisione", diceva l'amante al giornalista intercettato che si vantava della sua capacita' di intimidire i sindaci e di ottenere cio' che voleva, dai soldi - alcune centinaia di euro, "mi devi dare 466 euro", dice in un'occasione - a favori e contratti di lavoro, millantando i buoni rapporti con il prefetto di Palermo, la conoscenza di relazioni riservate che avrebbero potuto determinare l'accesso al Comune per verificare i condizionamenti della mafia.

Gli inquirenti confermano che il direttore di Telejato avrebbe minacciato piu' volte inchieste e servizi televisivi per mettere in difficolta' gli amministratori. "I sindaci - ha detto Lo Voi - hanno ammesso di avere dovuto sottostare a queste richieste estorsive". Il quadro su questa vicenda e' inoltre arricchito dalla deliberata volonta' di Maniaci di sfruttare il proprio status - di persona nota, autore di svariate presunte battaglie antimafia e vicino a soggetti politici, istituzionali magistrati ed ex - "per sostenere di avere subito minacce ed intimidazioni a causa della sua attivita' antimafia". Maniaci viene sentito per la prima volta intercettando il sindaco di Borgetto, nell'ambito di un'inchiesta di mafia. Da li' e' apparso il vero profilo dell'uomo. Maniaci si sentiva un intoccabile: "Dopo questo premio nessuno mi puo' fare niente", diceva secondo quanto riferisce il capo della Procura.

Amore, denaro, antimafia e posti di lavoro. Il direttore di Telejato parlava al telefono con la sua "donna" e la rassicurava: "al primo concorso che c'e'... pubblico per andare a sistemarti per sempre in una azienda ospedaliera, a fare l'infermiera, Dopo che tu hai i tuoi 1500/2000 euro al mese io posso morire tranquillo". Si legge nell'ordinanza del gip che Giuseppe Maniaci - confermando ancora una volta il suo potere di condizionamento derivante dall'esercizio della professione giornalistica - rappresentava che attraverso la sua tv era in grado di guadagnare titoli e onorificenze come l'Oscar della legalita' (categoria 'Eroe del nostro tempo): "a me mi hanno invitato dall'altra parte del mondo per andae a prendere il premio internazionale del ca... di eroe dei nostri tempi... quello che non hai capito tu e' la potenza - sosteneva il direttore indagato - tu non hai capito la potenza di Pino Maniaci! Stai tranquilla che il concorso te lo faccio vincere". Il monitoraggio delle utenze del direttore di Telejato inizia nel novembre 2014. "Dall'ascolto delle conversazioni - si legge ancora nel provvedimento del gip - emergeva che l'indagato intratteneva una relazione sentimentale con... impiegata a tempo determinato al comune di Partinico in qualita' di lavoratore socialmente utile".

Maniaci, facendo pressioni sul sindaco di Partinico e sull'assessore alla Solidarieta' sociale e Sanita', avrebbe ottenuto l'assunzione della donna "condizionando altresi' - sostengono i magistrati - la tipologia di impiego e il luogo ove la donna dovesse svolgere la mansione lavorativa". "No, tu devi prendere tutti e due (i lavori) - dice Maniaci alla donna il 5 novembre 2014 alle 9:59 - prendi di la' e di la' pure... Combino io non tu! E tu devi seguire quello che ti dico io...". E ancora continuando la conversazione il direttore di Telejato prosegue: "devo vedere di vederlo (il sindaco di Partinico, Lo Biundo) perche' gli devo fottere qualche altre 50 euro...". Lui chiama la donna Giugiu' e lei risponde con Amo'...e allora ci sta pure Kuru' (cuore mio) e piu' semplicemente "gioia". Lo Biundo - interrogato in Procura il 23 luglio 2015 - ha confermato le dazioni di denaro consegnate a Maniaci e anche la prosecuzione del rapporto di lavoro ("In nero per la pulizia degli uffici comunali e non assumendola col secondo contratto a tempo deterninato per i "cantieri, perche' la strssa non era in possesso dei requisiti) con la donna, erano frutto della condotta minatoria posta in essere da Maniaci: "... Maniaci mi ha detto che dovevamo farla lavorare a tutti i costi. L'unico modo... era quello di autotassarci (unitamente ad altri assessori) e fargli - ha messo a verbale - svolgere il servizio di pulizia come svolgeva in precedenza".

Estorsioni: l'ultima tentazione di Maniaci, "diventero' sindaco" - Il direttore di Telejato, Giuseppe Maniaci, indagato per estorsione dalla Procura della Repubblica di Palermo, pensava di candidarsi a sindaco di Partinico. La sua idea resta impressa nei nastri delle intercettazioni effettuate dai carabinieri della compagnia di Partinico e inserite nel provvedimento di divieto di dimora disposto dal gip. Il 20 gennaio 2015, infatti, Giuseppe Maniaci, parlando con la donna con cui intrattiene una relazione, afferma: "aspettavo Salvo (Lo Biundo, sindaco di Partinico) per lo meno due anni... altri due anni... lui fra due anni si candida alla Regione e se ne va a casa e mi candido io... no lui ne ha altri 3! che pero' anche se, si vota per la Regione e lui si vuole candidare alla regione per... per candidarsi si deve dimettere". Un pensiero fisso - dettato anche dalle pressioni per le richieste di lavoro provenienti dalla donna - quello della poltrona di primo cittadino. Il 28 gennaio infatti, questa volta via sms, il direttore di Telejato le scrive, per rassicurarla in merito al suo impiego: "appena divento sindaco - scrive - diventi dipendente comunale a vita promesso giuro... prima che lo faccio il sindaco e poi tranquilla, sono sempre Pino Maniaci".

Renzi, oggi non farei piu' la telefonata a Pino Maniaci - "Pino Maniaci era considerato una icona dell'antimafia e ho dato una solidarieta' a lui come a tanti dopo quella che sembrava una intimidazione mafiosa. Ora le indagini hanno dimostrato che non era cosi'. Evidentemente oggi non rifarei quella telefonata, che era una telefonata contro la mafia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi durante Matteorisponde. 

Ordine dei giornalisti, rigoroso esame posizione Maniaci - L'Ordine dei giornalisti di Sicilia esaminera' con grande attenzione la posizione del direttore di Telejato, Pino Maniaci, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, e che per legge non puo' essere sospeso cautelativamente e in via di urgenza dall'albo, in quanto la misura cautelare emessa nei suoi confronti non prevede il carcere ne' gli arresti domiciliari. "Fermo restando il massimo rispetto per la presunzione di innocenza e l'augurio al collega di riuscire a provare la propria estraneita' alle contestazioni che gli vengono mosse", afferma l'Ordine, gli atti saranno trasmessi al competente Consiglio di disciplina territoriale, che, pur se autonomo e del tutto indipendente dal Consiglio dell'Ordine, verra' invitato a non entrare nel merito delle accuse di estorsione (la cui fondatezza dovra' essere accertata dai giudici penali) ma ad esaminare "con rigore estremo e scrupolo" il contenuto delle affermazioni fatte dallo stesso Maniaci, nel corso delle conversazioni intercettate. Oggetto della verifica dovra' essere cioe' "la dignita', il decoro e il prestigio del giornalista sotto inchiesta e, di riflesso, della categoria intera, nonche' l'eventuale strumentalizzazione della professione e dell'immagine antimafia per fini diversi da quelli imposti dalle regole del mestiere". L'Ordine - inteso come Consiglio e come Consiglio di disciplina - "seguira' nelle valutazioni la propria linea di sempre: quella della piu' assoluta uguaglianza di tutti gli iscritti di fronte alle regole"

Tags:
maniacimaniaci giornalista antimafia
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