Dava tre appuntamenti prima di consegnare la fantomatica 'parte' per un finto film, in realtà per portarle nel suo appartamento ed abusarle. Con questa 'tecnica' Claudio Marini - il 48enne già in carcere a Roma a cui oggi è stata notificata un'ulteriore misura cautelare per violenza sessuale - adescava giovani attrici per poi approfittare di loro.
In base a quanto emerge dalle indagini, l'uomo organizzava finti casting, cominciando con un appuntamento in un albergo, per poi continuare con un secondo in un fast food e infine con 'provino' in un appartamento a Milano: qui scattavano gli abusi.
Secondo quanto riferisce l'ordinanza a firma del gip Livio Cristofano, Marini adoperava lo stesso schema già usato negli episodi romani nei confronti di 8 ragazze. Il pm Giovanni Tarzia, che ha seguito l'inchiesta milanese, ha sottolineato il pericolo di reiterazione del reato, documentando quattro casi avvenuti nel capoluogo lombardo. Tra gli improbabili titoli che faceva recitare alle aspiranti attrici anche 'Miele amaro': durante le prove in cui partecipava anche lui, commetteva le violenze.
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