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Morte Ramy, il padre: "Non usate il nome di mio figlio come scusa per gli scontri"

L'appello per manifestazioni pacifiche e la fermezza sulle indagini: vogliamo giustizia e verità

di redazione

Morte Ramy, l'appello del padre: "Manifestazioni sì, ma solo pacifiche"

Il weekend è stato segnato dagli scontri durante i cortei in ricordo di Ramy, il 19enne egiziano morto a Milano lo scorso 24 novembre in seguito a un inseguimento con la polizia. Yehia Elgaml, il padre di Ramy, ha deciso di fare un appello perché ci siano manifestazioni solo pacifiche e senza scontri. "Ai ragazzi che fanno cortei per mio figlio - dice il padre di Ramy a Il Corriere della Sera - dico che va bene chiedere verità e giustizia per Ramy. Ma, per favore, non fate casino, né cose brutte. Fate manifestazioni con calma, nelle quali si cammina e basta, fate iniziative pacifiche. Per noi la perdita di Ramy è un dolore indescrivibile. E vogliamo solo giustizia e verità. E vorrei che tutti si unissero a noi in questa ricerca, senza odio, divisioni o violenza".

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"Sono fiducioso, - prosegue Yehia Elgaml a Il Corriere - perché credo nella giustizia italiana. Vivo qui, in questo Paese, e mi piace l’Italia. Ho fiducia nel nostro presidente Sergio Mattarella, che è il presidente di tutti noi, sia italiani che immigrati. Siamo profondamente rattristati e preoccupati nel vedere che il nome di nostro figlio viene usato come scusa per atti di violenza. C’è qualche carabiniere sbagliato, ma gli altri — tanti altri — sono bravi, e io ho fiducia in loro, come ho sempre avuto fiducia nella giustizia e nella magistratura italiana. Per questo motivo torno a chiedere a chi vuole manifestare per chiedere verità e giustizia per Ramy, in qualunque città, di non fare casino contro le forze di polizia, che lavorano per garantire la sicurezza di tutti noi".

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