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Cronache
Operaio morto a Latina, 131 mila € di fondi europei all'azienda agricola

Latina, i fondi europei e i falsi licenziamenti. L'indagine sulla morte di Satnam

Continua a tenere banco la vicenda della morte di Satnam Singh, l'operaio morto a Latina in seguito ad un incidente sul lavoro. Un macchinario gli aveva fatto perdere un braccio, e il figlio del titolare dell'azienda agricola per cui lavorava in nero a 4€ all'ora, invece di soccorrerlo lo ha abbandonato sotto casa sanguinante, gettando in strada l'arto dell'uomo. Si è scoperto poi che Renzo Lovato, titolare dell'azienda, era già sotto indagine dal 2019 per caporalato. Ma ora sono emersi nuovi dettagli sconcertanti in merito a questa inchiesta rimasta in sospeso da anni. "Gli indagati - spiegano dagli uffici giudiziari a La Repubblica - sono tanti, ci sono stati problemi con le notifiche, ma ci siamo quasi. Intanto i Lovato hanno ottenuto 131 mila euro di fondi europei negli ultimi otto anni. Pur dichiarando di non avere operai alle proprie dipendenze. Perché la burocrazia non impedisce di avere fondi pubblici se l’azienda è sotto indagine.

Leggi anche: Bracciante morto, il padre di Lovato è indagato da 5 anni per caporalato

La coop racchiude tutte le ditte della famiglia Lovato, arrivata qui dal Veneto durante la bonifica dell’Agro Pontino nel periodo del fascismo. Oggi dichiara in totale 4 dipendenti con 5 ettari di terreno da coltivare e un fatturato di 1,166 milioni di euro. Ma spunta anche una presunta truffa all’Inps: si assumevano - secondo le accuse - i lavoratori che venivano fatti lavorare per i giorni necessari a maturare il sussidio di disoccupazione. Poi - prosegue La Repubblica - si licenziavano per finta e li si teneva a lavorare alle stesse condizioni. Renzo Lovato rischia un coinvolgimento anche nell'indagine per omicidio colposo, dalle sue dichiarazioni al Tg1 in cui sosteneva di aver detto a Satnam di "stare lontano dal macchinario", anche se poi lui "ha fatto di testa sua", emergerebbe un ruolo attivo nell'organizzazione del lavoro dell'azienda, intestata al figlio Antonello.

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