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Cronache
Papa Francesco non ne azzecca una: dopo Israele anche l’Ucraina se la prende
Papa Francesco

Papa Francesco e il caso diplomatico con l'Ucraina

Papa Francesco non ne azzecca una. Si era appena sopita la polemica con Israele che ne è nata un’altra con l’Ucraina. Ma procediamo con ordine. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che parlava a nome di Papa Francesco aveva detto tempo fa: "Ho saputo che anche l’Italia…D’altra parte la Santa Sede lo ha detto fin dall’inizio. Da una parte, una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco; una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo, e qui lo ribadisco. Ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele, che è stato invocato per giustificare questa operazione, sia proporzionato. E certamente con trentamila morti non lo è”.

Leggi anche: Ucraina, Parolin smentisce il Papa: "Negoziato? Prima Putin cessi il fuoco"

L’Ambasciata israeliana presso la Santa Sede aveva definito queste parole “deplorevoli” ed aveva aggiunto: “Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di TUTTE (in maiuscolo, ndr) le circostanze e i dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate”. A questo punto c’era stata l’irritazione del Vaticano e così l’Ambasciata israeliana era dovuta intervenire di nuovo: “In riferimento al comunicato stampa del 14 febbraio scorso, si desidera precisare che il comunicato originale era in lingua inglese e successivamente è stato tradotto in italiano. In inglese il comunicato, in riferimento alle parole di Sua Eminenza il cardinale Pietro Parolin, così recitava: It is a regrettable declaration.

Nella traduzione in italiano è stata scelta la parola deplorevole, che poteva anche essere tradotta in modo più preciso con sfortunata”. L’altro giorno la cosa si è ripetuta, ma questa volta con l’Ucraina, quando il Papa in una intervista ad una Tv della svizzera italiana ha chiesto a Kiev di "avere il coraggio di issare a bandiera bianca e di negoziare". Ovviamente la risposta è stata la convocazione del nunzio apostolico a Kiev. Il ministero degli esteri ucraino ha così commentato: "Visvaldas Kulbokas è stato informato che l'Ucraina è delusa dalle parole del Pontefice riguardanti la 'bandiera bianca' e la necessità di 'dar prova di coraggio e negoziare' con l'aggressore".

Ma la vicenda non finisce qui. Anche il portavoce per la politica estera dell’Ue Peter Strano ha dichiarato: "Giusto per ricordare la posizione dell'Unione europea sulla pace. La pace si trova nelle mani di un solo uomo. Il suo nome è Vladimir Putin, che ha lanciato la guerra e la porta avanti ogni giorno. Siamo ovviamente a favore della pace. Una pace che sia giusta e secondo le condizioni della vittima di questa guerra che è l'Ucraina". Insomma, ogni volta che Papa Francesco parla fa danni. Sembra quasi che goda a portare la confusione dottrinale che regna sovrana in Vaticano anche in politica.

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