Cronache
Papa Francesco scomunica un prete per eresia e scisma
Papa Francesco scomunica don Minutella che parla con Padre Pio
“Scomunica per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica". No, non è l’inizio de Il Nome della Rosa, ma la formula con la quale il Vaticano, pel tramite dell’Arcidiocesi di Palermo è intervenuto, con mano pesante, su don Alessandro Maria Minutella, prete ribelle siciliano che aveva definito in una sua omelia la Chiesa come “multinazionale della menzogna e della falsità. Prostituta indegna, venduta ai poteri del mondo". Il prete eresiarca guidava una piccola parrocchia in provincia di Palermo ed aveva fondato una comunità religiosa a cui aveva dato il nome di “Piccola Nazareth”. Don Minutella non riconosce l’autorità di Papa Francesco, ma solo quella di Papa Benedetto XVI, il Papa emerito che, peraltro, non ha mai risposto alle sue lettere di protesta contro la deriva secolare di Papa Bergoglio in materia di dogmatica e di dottrina. Inoltre, il sacerdote palermitano, dice di parlare con la Vergine Maria e alcuni Santi, tra cui Padre Pio, fenomeno di per sé non raro in certi ambienti cattolici. Alcuni siti cattolici definiscono un impostore il prete perché imiterebbe, tramite il procedimento della “locuzione interiore”, le voci, tra cui quella femminile della Madre di Cristo, in modo comico ed inadeguato, palesando così i segni della menzogna diabolica o dell’isterismo. La Chiesa Cattolica così di esprime a riguardo: “La locuzione interiore è una manifestazione divina sotto forma di parola intesa dai sensi esterni ed interni o direttamente dall’intelletto umano. Esse sono parole o di Gesù o della Madonna o dello Spirito Santo chiarissime, avvertite dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore, e che, collegate fra loro, formano un messaggio”.
Ai giorni nostri i casi di scomunica sono abbastanza rari nella Chiesa, sebbene nei secoli passati fossero assai frequenti e con conseguenze nefaste per i reprobi. In ogni caso un altro fastidio per Papa Francesco, anche perché ai proclami sull’amore fraterno e il perdono poi non si seguono comportamenti consoni quando si tratta di metterli in pratica nella Chiesa stessa.