Il Papa: tanti non vogliono prendersi la responsabilità dei profughi
"Oggi penso a tanti profughi, a tanti rifugiati. Tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino". Lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio, nel corso dell'omelia per la domenica delle palme che sta celebrando in piazza San Pietro di fronte a migliaia di fedeli. Il papa ha accostato le loro sofferenze e il loro abbandono a quelle del Cristo verso la croce.
Parole quelle del pontefice che si riferisocno alla tragedia dei migranti. Questa mattina la guardia costiera greca ha recuperato i corpi senza vita di due bambine, di uno e due anni, cadute in mare da un barcone di migranti vicino all'isola di Rodi, mentre ieri 30 migranti sono morti a largo della Libia.
A Gesù "viene negata ogni giustizia" e "prova sulla sua pelle anche l'indifferenza perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino", ha spiegato il pontefice. Il Papa ha commentato i passaggi di Cristo tra sinedrio e Pilato e la "umiliazione estrema" che Gesù subisce nella Passione. "E penso a tanta gente - ha aggiunto a braccio dopo alcuni secondi di silenzio - a tanti emarginati, a tanti profughi a tanti rifugiati, che di coloro tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino".
Per il Papa il crocifisso è "la 'cattedra di Dio'", l'unica in grado di insegnare la via di un "amore umile" capace di "rinunciare" a "egoismo, potere, fama". Così lo ha definito nella omelia della messa delle Palme. "Può sembrarci tanto distante - ha rimarcato papa Francesco - il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi".
"Egli - prosegue la riflessione del Pontefice - viene a salvarci; siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la 'cattedra di Dio', per imparare l'amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all'egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada". Ha quindi invitato a meditare su "questo mistero del suo annientamento per noi".