Cronache

Perché Cerciello Rega non ha sparato? Le leggi mettono le manette agli agenti

Insieme a Varriale, Rega stava effettuando un' attività di controllo notturno in borghese.Il loro era il turno da mezzanotte alle 6 di mattina,in genere routine

Dopo aver catturato l’assassino del brigadiere Cerciello Rega, e il suo complice, con una dinamica dei fatti ancora tutta da chiarire, cominciano gli interrogativi sulla possibilità che avrebbe avuto il carabiniere di sparare in quei concitati attimi. Libero ricostruisce la vicenda. Il militare poteva sparare? E il suo collega Andrea Varriale uscito con lui in servizio quella notte e rimasto ferito nella colluttazione con Hjorth, poteva fermare gli aggressori? È possibile che, sottovalutando il rischio di un' operazione in apparenza facile, i due carabinieri siano andati all' appuntamento con i balordi disarmati? Avevano lasciato la rivoltella in auto? No. Cerciello Rega e Varriale avevano la pistola d' ordinanza ma non hanno potuto usarla.

La versione ufficiale dice che non hanno avuto il tempo perché sopraffatti dalla furia omicida di un ventenne pieno di coca e alcol e del suo complice. Secondo la legge la pistola d' ordinanza deve essere usata solo in situazioni stabilite da specifici articoli del codice penale; chi non li rispetta va incontro a procedimenti disciplinari che possono portare perfino al licenziamento. Di questo sicuramente hanno tenuto contro i due carabinieri che speravano di risolvere il caso senza l’uso o la minaccia dell’uso delle armi.

Insieme a Varriale, Rega stava effettuando un' attività di controllo notturno in borghese. Il loro era il turno da mezzanotte alle 6 di mattina, in genere routine, niente che lasciasse presagire il tragico epilogo. Operativi nella stazione di Piazza Farnese, non avevano paura, ma forse stavolta hanno sottovalutato le insidie di una missione che ha ancora diversi lati oscuri. Tutto è cominciato giovedì dopo le 22 a piazza Mastai. Le telecamere di zona riprendono i due ventenni americani mentre camminano con un altro ragazzo che spinge una bici e ha sulle spalle uno zaino nero. I tre sembrano dialogare senza tensioni. Un posteggiatore abusivo dirà che erano tutti strafatti e “con gli occhi grandi così, da spiritati.

Il ragazzo con la bici è Sergio Brugiatelli, romano, piccoli precedenti penali, pare sia una vecchia conoscenza delle forze dell' ordine. I due americani in cerca di sballo si rivolgono proprio a Brugiatelli. Il romano, però, li indirizza da un altro tizio al quale i californiani pagano 100 euro, salvo poi scoprire che non avevano acquistato cocaina ma un mix di aspirina tritata. Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth vengono truffati ma loro non ci stanno. Pensano che Brugiatelli sia stato complice della truffa e si vendicano rubandogli il borsello. A questo punto la storia si complica perché Sergio Brugiatelli rivuole indietro il suo zaino con il cellulare dentro ed è disposto a tutto.

Si fa prestare un telefono e denuncia il furto alla centrale operativa, poi chiama sul suo cellulare e gli risponde uno degli americani che gli offre lo scambio, quello che i militari in gergo definiscono “cavallo di ritorno”, cioè vieni con i soldi e un grammo di cocaina e ti ridiamo la borsa. Sul posto arriva una gazzella della stazione di Monteverde ma con le insegne dell' auto riconoscibile l' affare non va in porto. Quindi si riprova con un altro tentativo: l' orario è spostato intorno alle 3 di notte e, in quel momento di turno, ci sono Cerciello Rega e Varriale. Sono loro a recarsi all' incontro con gli stranieri a bordo di un' auto senza insegne, avendo avvertito le altre pattuglie di rimanere vicino ma non troppo per non fare saltare lo scambio.

Si dirigono a Prati, nella via a due passi dall' hotel di lusso dove alloggiano i californiani, senza timore, con la convinzione di farsi riconsegnare la borsa e di stroncare il tentativo di estorsione. Fanno il loro lavoro ma l' operazione finisce nel peggiore dei modi. Libero inoltre si domanda cosa ci sia sotto alla vicenza, quali sono i lati oscuri che ancora non sono emersi per fare ulteriore chiarezza? Cosa c' era di tanto importante nello zaino di Brugiatelli? Ma, soprattutto, quali sono i reali rapporti di questo signore con i carabinieri? È una persona da proteggere? Quando mai uno spacciatore chiama il 112? “Per lui noi era in quel momento la vittima di un furto”, fanno sapere dall' Arma.

Il romano, inoltre, avrebbe inizialmente depistato le indagini parlando di una pista maghrebina anziché americana proprio per paura della reazione violenta dei due statunitensi ai quali aveva «tirato il pacco». Per riconsegnargli i suoi averi, un giovane carabiniere, un ragazzo d' oro, ci ha rimesso la vita. Brugiatelli stava in un luogo nascosto mentre Rega e Varriale andavano incontro al loro destino, quando di solito avviene il contrario, cioè: lui che tratta con i ladri e i carabinieri che intervengono ad arrestare i malfattori. Chi ha deciso di condurre così la missione? E, soprattutto, com' è stato possibile che appena hanno mostrato il tesserino, i due ragazzotti hanno ingaggiato una colluttazione e nessuno è accorso in aiuto dei militari? Varriale si è beccato un pugno da Natale Hjorth, Mario Cerciello Rega ha braccato Finnegan Lee, ma in un attimo costui ha estratto una lama di 17 centimetri e l' ha infilzato otto volte. Il vicebrigadiere ha urlato e il collega ha lasciato il 19enne per cercare rinforzi.