Cronache

Provano a (ri)uccidere Papa Wojtyla. I misteri del caso Emanuela Orlandi

Di Paolo Diodati

Ripresa delle indagini a 360 gradi, ma con numeri reali

Pietro Orlandi, ha voluto parlare con Papa Francesco, convinto come tanti, che l'attuale Papa debba sapere la verità, nota a tanti altri, nel Vaticano. Come Albano, senza prove, s'è rassegnato e considera Ylenia morta, in polemica con Romina che "sente" che sia viva, così papa Francesco, forse senza sapere granché di veramente sicuro, o forse ben sapendo che Emanuela sia morta, ha fatto come Albano e, credendo di consolare Pietro, ha detto "Emanuela è in cielo...". Apriti cielo! Pietro ha dedotto che sapesse tutto sulla morte di Emanuela e l'ha così spaventato con le domande sul perché, quando, dove, come... che Francesco s'è spaventato e non ha più voluto vederlo.

La mia impressione è che Pietro Orlandi e chi lo incoraggia a proseguire nei suoi disperati tentativi di sapere "come, dove, quando e perché", di fronte alle maggiori difficoltà, nelle indagini sulle altre piste, stia esercitando il massimo della pressione, sul ventre molle di tutte le altre congetture. Alì Agca gli ha scritto rinnovando la sua convinzione che il rapimento voleva ottenere uno scambio con la sua liberazione, essendo stato condannato all'ergastolo per attentato a Capo di Stato. Questa è l'ipotesi che ho ritenuto, dall'inizio, la più probabile, insieme al rapimento da parte della banda della Magliana. Una banda che andava sul pesante in tutti i sensi: con un rapimento avevano incassato 2 miliardi, uccidendo pure il rapito. I certificati pagamenti del Vaticano per mantenere Emanuela a Londra, per tanti sembrano chiudere il cerchio, contro il Papa Santo Pedofilo.

Credo che esista una spiegazione molto più semplice e credibile, che non so se sia stata ancora sostenuta.

I Lupi grigi, o comunque gli organizzatori dell'attentato e poi del rapimento a scopo di riscatto o di scambio "di prigionieri" (Agca-Emanuela) riconsegnata Emanuela al Vaticano con la promessa della conseguente liberazione di Agca condannato all'ergastolo, di fronte alla lentezza e ai rinvii del Vaticano, per la sua liberazione, avevano minacciato un nuovo rapimento o magari l'uccisione della ragazza. Il trasferimento a Londra, sotto falso nome per proteggerla, spiegherebbe molto meglio, con questo tipo di protezione tenuta ovviamente segretissima, che con l'ipotesi del Santo Sporcaccione.

Ci si potrebbe chiedere: ma almeno potevano avvertire suo fratello! Già, e quello starebbe ancora a rilascire interviste, più di quanto non faccia, non sapendo la verità.

Questi giorni le edicole dove acquisto i giornali espongono, a caratteri cubitali giganteschi, il giornaletto Vernacoliere che titola "Preti e frati si scopano le suore e noi...nemmeno un fidanzato!"

L'anticlericalismo, scherzoso come in questo caso, ma anche pesante e tendente al discredito sempre e comunque della Chiesa e dei loro operatori, può arrivare a ritenere possibile che un Papa che credeva nell'intervento divino, nel deviare la famosa pallottola di Agca e che, insieme a un credente in Allah (Agca), incredulo e stupito per aver potuto fallire un omicidio così facile, anche lui credente in un intervento soprannaturale (Allah), fosse poi addirittura ateo, andando per donne con altri due prelati polacchi.

Quindi, da agnostico, ripeto e concludo: non sono riusciti a ucciderlo da vivo, ora tentano d'ucciderlo da morto.

D'accordo con Pietro Orlandi, sulla ripresa delle indagini a 360 gradi. Ma con numeri reali, non con quelli immaginari, per far tornare i conti che non tornano.