Cronache

Ragazze e lavoro, gli stereotipi e i retaggi maschili pesano sul loro futuro

di Mariangela Campo

L'ambiente professionale è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione

Il 25% delle ragazze italiane non studia e non lavora

La mancanza di modelli di riferimento e gli stereotipi non aiutano le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), per cui l’Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono il 25%.

La situazione è determinata da un lato da convenzioni o vere e proprie pressioni sociali che tendono a dare una maggiore importanza al ruolo delle donne all’interno della famiglia.

Dall’altro da un mercato del lavoro che privilegia l’assunzione di giovani uomini rispetto alle giovani donne, e rende difficile conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli.

Le ragazze rappresentano il 60% dei laureati in Italia, ma le discipline STEM sono una chimera

Sebbene le ragazze rappresentino quasi il 60% dei laureati in Italia, la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) è decisamente più ridotta a vantaggio di percorsi di studio in ambito linguistico, medico e umanistico.

Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, nell’anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea Stem sono il 21%, la metà rispetto agli uomini.

Eppure, la laurea in una disciplina Ict, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno.