Cronache

Recovery: Coldiretti, con 600 milioni spinta agli italiani a vivere nei borghi

Eduardo Cagnazzi

Masiello. "Chance per ripopolare le aree interne e ridare linfa all'economia". La spinta forzata al lavoro da casa ha purtroppo stravolto le abitudini sociali

Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi dove godere di spazi di libertà più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan.

Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti -sottolinea la Coldiretti- l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi -evidenzia l'organismo- registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati.

"La scelta del governo -commenta Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Campania- è una grande occasione per le aree interne e per la lotta allo spopolamento. Per la prima volta dalla rivoluzione industriale, il dopo-covid potrebbe invertire il trend demografico dalla campagna alla città. Ridare vita ai borghi rurali significherebbe dare linfa vitale all'economia e alla società, con nuovi stili di vita e di consumo, a vantaggio degli agricoltori e dell'ambiente". 

Con il rilancio di piccoli borghi abbandonati -sostiene la Coldiretti- si inizia a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da 2 milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile.

E’ chiaro che in questa ottica -continua Coldiretti- è importante  colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75 % ha una connessione a banda larga ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2019.

La misura ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città. In questo contesto rileva Coldiretti, va ricordato anche lo stanziamento di 300 milioni per valorizzare parchi e giardini storici che oltre ad assicurare spazi di socializzazione all’aperto tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali che interessano tra l’altro la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno e la riduzione del livello di inquinamento.