Cronache

Regione Lombardia, pm: "Accordo preordinato". Camici, non fu una donazione

Le chat su Whatsapp ribaltano la ricostruzione. Tra il cognato Dini e Attilio Fontana c'era un accordo di vendita, solo successivamente trasformato in donazione

Regione Lombardia, pm: "Accordo preordinato". Camici, non fu una donazione

Regione Lombardia non ricevette nessuna donazione di camicici da parte del cognato del presidente Attilio Fontana, ma fu "accordo preordinato". Sono un messaggio whatsapp delle 9 del mattino del 20 maggio, - si legge sul Corriere della Sera - e un anticipo di 2 ore, a fondare la convinzione dei pm di "un preordinato inadempimento" contrattuale "per effetto di un accordo retrostante" tra la Regione Lombardia e l’imprenditore varesino Andrea Dini (fratello della moglie del presidente della giunta regionale Attilio Fontana), che il 16 aprile era stato affidatario diretto con la propria «Dama spa» di una commessa da 513.000 euro per la fornitura di 75.000 camici e 7.000 set sanitari alla centrale acquisti regionale «Aria spa» diretta da Filippo Bongiovanni.

Ma ora - prosegue il Corriere - in mano ai pm c’è un whatsapp di Dini («Ciao, abbiamo ricevuto una bella partita di tessuto per camici. Li vendiamo a 9 euro, e poi ogn 1000 venduti ne posso donare 100») nel quale alle ore 8.58 di quel 20 maggio, due ore prima di formulare per la prima volta l’offerta alla Regione di trasformare la fornitura in parziale donazione e contestuale riduzione della restante fornitura, Dini già «offriva in vendita » alla interlocutrice commerciale E.R. «i camici non consegnati ad Aria spa, a riprova di una rassicurazione ottenuta per il tramite di un accordo divisatosi aliunde». Significa che, se Dini cercava di vendere i 25.000 camici già due ore prima di proporre alla Regione la donazione, e dunque a maggior ragione senza nemmeno sapere se la Regione l’avrebbe poi accettata (cosa che formalmente non accadrà mai), era perché Dini era già sicuro, per sottostanti accordi con qualcuno in Regione, di poter contare sul fatto che la Regione non pretendesse più i 25.000 camici restanti.