Cronache

Ricerca, i cervelli italiani all'estero eccellenza nel mondo

di Alessandro Grandi

In Brasile, Germania, Regno Unito e Giappone: l'eccellenza dei nostri ricercatori riconosciuta nel mondo. Di Maio: “Il loro successo è il nostro successo”

"La collaborazione scientifica bilaterale tra Italia e Brasile è molto attiva ed è possibile consolidarla e diversificarla”. Queste le parole usate dall'ambasciatore italiano in Brasile Francesco Azzarello dopo la diffusione dei dati che raccontano la presenza di 577 nostri connazionali in Brasile impegnati nella ricerca. Un dato che più di ogni altro descrive l'eccellenza dei nostri ricercatori, apprezzati e richiesti in tutto il mondo.

Nella banca dati appena costituita sono già presenti 577 ricercatori nati in Italia: il 75 percento uomini e 25 percento donne. Per numero l’Italia è al secondo posto fra i partner europei del Brasile e sesta al mondo. Gli stati in cui sono maggiormente presenti sono San Paolo, 39 percento, Rio de Janeiro, 16 percento, Minas Gerais 6 percento, Bahia e Rio Grande do Sul 5 percento. La maggior parte di loro lavora nel campo delle scienze esatte e della terra, 27 percento, e delle scienze umane e sociali 23 percento. Poco meno dell'80 percento ha il titolo di dottore di ricerca e, rispetto ai colleghi registrati nel sito Lattes, la banca dati brasiliana, rappresentano l’1.6 percento.

Un dato significativo, quello brasiliano che conferma come i ricercatori italiani siano fra i migliori al mondo. Forse i migliori. Ma da qui, a parte l'orgoglio nazionale nel vedere i nostri ricercatori così bravi e richiesti, c'è da considerare il rovescio della medaglia. Infatti, molti di loro dopo aver vinto le borse di studio, le sfruttano all'estero dove ci sono maggiori opportunità professionali e dove si riesce a valorizzare il lavoro di ricerca.

Secondo gli analisti del settore, l’Italia è al 7° posto nelle classifiche mondiali per numero di pubblicazioni scientifiche e di ricerca, nonché all'ottavo posto per l'eccellenza delle pubblicazioni stesse. Un risultato ottimo.
Le sedi diplomatiche italiane all'estero hanno contato circa 33mila nostri connazionali presenti nei vari Paesi. La comunità più corposa è costituita dai ricercatori negli Stati Uniti, circa 15mila. Poi Regno Unito, Francia e Germania.
Ma gli italiani sono presenti anche in Sudafrica, Giappone e Singapore. Le ambasciate e i consolati del nostro Paese amministrano la “Piattaforma Innovaitalia” per la gestione e il collegamento fra ricercatori, e favoriscono la formazione delle loro associazioni.

Lo scorso 15 aprile in occasione della Giornata della Ricerca italiana nel mondo, il Ministro degli Esteri Luigi di Maio ha fatto sapere: “Talvolta il lavoro del ricercatore può apparire tecnicistico, teorico e lontano dalla nostra quotidianità. E' invece fondamentale che esso ponga al centro dell'attenzione la dimensione umana e ne favorisca lo sviluppo con applicazioni pratiche destinate a migliorare la vita di ognuno di noi. Sin dalla sua fondazione l'Italia Repubblicana promuove la cooperazione scientifica internazionale e oggi possiamo dire con orgoglio che schieriamo circa 33mila ricercatori distribuiti tra le economie più avanzate del pianeta, ma anche nei paesi emergenti. Il loro contributo alle conquiste del sapere umano contemporaneo ci viene costantemente riconosciuto e ci mantiene fra le nazioni d'avanguardia in settori nei quali vogliamo continuare ad eccellere, come le scienze di base alle scienze applicate. Dallo studio della materia all'osservazione astronomica. Dalla biologia alla robotica, fino alla tutela dell'ambiente e dei beni culturali. E' un lavoro di cui andiamo orgogliosi. Ogni loro successo è un successo per l'Italia e il nostro Paese metterà in campo ogni sforzo per mantenere questi risultati”.