Cronache
Rigopiano, avanza il processo tra ombre e qualche luce
Nell’udienza di ieri anche il Ministero di Giustizia
L’udienza del 13 Dicembre al Tribunale di Pescara ha segnato finalmente un momento positivo per le famiglie delle vittime della tragedia di Rigopiano, ma è stata anche fonte di dispiaceri.
Il fatto positivo è stata la costituzione di parte civile nel processo per depistaggio da parte del Ministero della Giustizia dopo la lettera al Ministro Bonafede degli avv.ti Romolo e Massimo Reboa, difensori di molti familiari.
Purtroppo però, si è dovuto registrare anche il fatto che il GUP, dr. Colandrea, le ha estromesse da tale processo, ritenendo che il reato di cui all’art. 375 C.P. non abbia natura plurioffensiva.
Rigopiano, avanza il processo tra luci ed ombre
Nel processo per il disastro invece sono state accolte quasi tutte le richieste di citazione quali responsabili civili dei vari enti pubblici coinvolti (Comune di Farindola, Provincia di Pescara, Regione Abruzzo, Ministero dell’Interno e Dipartimento Protezione Civile della Presidenza del Consiglio), con un rinvio al 31 Gennaio 2020 per consentire alle famiglie delle vittime di procedervi.
La notizia positiva ha però creato molto disagio a causa dei costi. Infatti gli avvocati delle vittime hanno fatto i conti dei costi di tali citazioni, da eseguirsi con urgenza, anche nel periodo natalizio.
Nella globalità le 150 persone costituite parti civile dovranno spendere un importo che si stima superiore ai trecentomila euro, difficile da sopportare per loro, dato che la legge di sostegno approvata a gennaio anche per consentire di affrontare tali costi giace inattuata nei cassetti ministeriali.
Rigopiano, avanza il processo tra luci ed ombre
E’ riaffiorato così tra i familiari il senso di sfiducia nello Stato. Uno Stato che li aveva portati ad esprimere il loro dolore di fronte al fatto che la Provincia di Pescara aveva deciso di difendersi contro di loro in sede civile con elevati costi di difesa a carico del contribuente, come riportato da Affari Italiani il 5 novembre scorso.
Illuminanti le dichiarazioni dell’avvocato. Romolo Reboa, ha tenuto ad evidenziare che l’accostamento fatto dai propri assistiti tra i costi professionali e chi, al tempo del terremoto dell’Aquila ‘si fregava le mani per il business della ricostruzione che stava per favorire le proprie aziende edili’ era una fotografia dello stato d’animo dei familiari delle vittime. Una fotografia che non si riferiva all’Abruzzo come territorio, ma al loro senso di sfiducia nello Stato in generale, cui l’Abruzzo non è purtroppo rimasto estraneo.
‘Per quanto riguarda invece la popolazione abruzzese e, in particolare, gli avvocati - ha tenuto a precisare l’avv. Reboa - le famiglie delle vittime hanno viceversa incontrato solidarietà e calore umano, tant’è che ci sono decine di avvocati abruzzesi, a cominciare dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Pescara, che si stanno impegnando nella difesa delle vittime pro bono, come del resto il sottoscritto ed i colleghi del mio studio’.
Da ultimo abbiamo chiesto all’avv. Romolo Reboa un parere sulla prescrizione che si sta portando avanti in Parlamento e che non sembra riscuotere gran consenso da parte del mondo dell’avvocatura.
'La prescrizione è un' istituto concepito per difendere il cittadino dall'abuso giudiziario che, per il mancato funzionamento delle istituzioni, è diventato anche uno strumento di difesa: basterebbe far funzionare correttamente la macchina giudiziaria per evitare certe distorsioni: ad esempio, ieri, nel processo Rigopiano ho chiesto senza successo l'autorizzazione ad eseguire le notifiche agli enti chiamati in garanzia via pec. La risposta positiva avrebbe fatto risparmiare, lavoro agli uffici e tanto denaro alle famiglie delle vittime. In Italia purtroppo si vuole allungare il tempo in cui l'imputato resta tale, piuttosto che fare le cose semplici per rendere i processi veloci’.