Cronache
Roma, Gianni Alemanno assolto: "Finisce un incubo durato sette anni"
Le parole dell'ex sindaco di Roma Alemanno dopo l'assoluzione della Cassazione
Mafia capitale, Alemanno dopo la sentenza che ha messo fine a "7 anni di gogna": "Sono stato definito prima mafioso e poi corrotto". "Coinvolta pesantemente tutta la città, il Comune è arrivato a un passo dallo scioglimento"
Gianni Alemanno dopo l'assoluzione si racconta al Messaggero: ''L'incubo è iniziato il 2 dicembre 2014 - ricorda l'ex sindaco di Roma - con l'avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso e la perquisizione a casa. Poi le prime sentenze, che avevano superato le richieste del pm, fino ad arrivare a una condanna a 6 anni. A un certo punto non sapevo più a cosa credere. Avevo grande fiducia nella Cassazione" continua. "La sentenza ha completamente demolito un impianto accusatorio in cui tutta la città è stata infangata in maniera violentissima. In tutto il mondo è circolata l'immagine di una Roma mafiosa, di un sindaco accusato di essere mafioso. E alla fine nulla di questo era vero''.
Queste le prime parole dopo la lettura della sentenza in Cassazione che lo ha assolto dalle accuse di corruzione relative a denaro acquisito tra il 2012 e il 2014, nell'ambito del processo su Mafia Capitale. Tutte annullate senza rinvio. Secondo l’accusa in quel lasso di tempo, per il tramite dell’ex ad di Ama Franco Panzironi avrebbe ricevuto, attraverso la sua Fondazione Nuova Italia, oltre 223 mila euro tra cene elettorali, finanziamenti all'associazione e contante. Una parte consistente delle somme nell’ottobre 2014, prima degli arresti del dicembre dello stesso anno. Soldi che sarebbero arrivati da due protagonisti dell’inchiesta ex mafia capitale: Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, appartenente all'estrema destra.
Confermata, invece, la sua responsabilità in relazione al reato di finanziamento illecito. Sulla restante accusa di traffico di influenze illecite, Alemanno spiega: ''Le accuse residuo, che affronteremo nel nuovo processo d'appello, non hanno nulla a che fare con la mia funzione di sindaco, che esce immacolata da ben 5 procedimenti penali. Si è creato una specie di vortice in cui si sono messi insieme gli attacchi della sinistra contro l'unico sindaco di centrodestra che ha avuto la Capitale, una narrazione fascio-mafiosa molto di moda che aveva creato un clima surreale, il crollo del Popolo della Libertà. Purtroppo a volte si creano dei teoremi ideologici e ce ne si innamora. Avrò anche commesso degli errori, ma quello che è successo è inconcepibile''.
"Ho sbagliato nella scelta di alcune persone - ammette - Questa vicenda mi ha insegnato che la selezione della squadra è fondamentale. Anche se è stato sufficiente sbagliare una o due scelte per arrivare a questo disastro. La mia amministrazione è stata demonizzata, ma ora tutto viene riportato alla realtà. Basta vedere i dati dell'Agenzia per il controllo dei servizi pubblici di Roma: la qualità della vita nei nostri cinque anni è stata nettamente superiore a quello che è venuto dopo, da Marino alla Raggi. Con questa vicenda abbiamo creato un danno di immagine alla città che potevamo risparmiarci: la conseguenza è stata l'antipolitica. Ora abbiamo una città devastata, e ai miei tempi non era così'', conclude. Ma aggiunge di credere che il centrodestra sia pronto per tornare a governare Roma: ''La candidatura di Michetti può essere quella giusta per convincere i romani''.