Cronache
Salvini tenta di riaprire i "bordelli": in Italia tornano le "case chiuse"?
La definisce una “opera di civiltà” il leader della Lega, ringalluzzendo una vecchia battaglia politica
Il 3 settembre a Torino aveva aperto i battenti la LumiDolls, primo esercizio sessuale con a disposizione otto bambole di silicone e scheletro in alluminio, riproduzione di qualità delle fattezze femminili. Sold out per diversi mesi, la polizia locale di concerto con l’ufficio igiene dell’Asl piemontese, ha messo i sigilli dopo solo qualche settimana con l’accusa di affittacamere abusivo, mancanza di etichette sui prodotti e scarsa igienizzazione. Episodio che, unito alle lamentele del condominio in cui il via vai s’infiammava, fa venire in mente i versi di De André:
Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non può più dare cattivo esempio
Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto
E rivolgendosi alle cornute
Le apostrofò con parole argute
"Il furto d'amore sarà punito"
Disse "dall'ordine costituito"
Qualche anno fa la Lega raccolse le firme per indire un Referendum, teso ad abrogare la legge 75 del 20 febbraio 1958, che prese il nome della senatrice Merlin prima firmataria, volta a chiudere definitivamente le case d’appuntamento.
Da allora, in Italia, la prostituzione è lecita ma non regolamentata, ovvero è possibile esercitarla liberamente, ma non esiste disciplina in materia né categoria professionale. Non si possono versare le tasse dunque o i contributi, oltre al divieto di aprire organizzare o favorire le case chiuse.
Una professione non riconosciuta nei suoi aspetti volontari e liberi, a cui ovviamente si accompagnano i divieti di sfruttamento, lenocinio, prostituzione minorile, ed anche l’esercizio in strada.
Grande tabù, grande ipocrisia, su cui tra l’altro la stragrande maggioranza degli italiani sono pronti a voltare pagina. Da quando il mestiere più antico e longevo del mondo è stato bandito, si sono semplicemente tollerate situazioni croniche di abuso, illiceità, e guadagni alle mafie.
Basta snocciolare i numeri, il giro del sesso nel nostro Paese vale 3,9 miliardi di euro, si registrano tra le 75 e le 120 mila escort per tre milioni di clienti stabili, ed un sindacato che a gran voce chiede l’emersione del fenomeno.
Negli anni della crisi (2007-2014) il Codacons ci ricorda che l’attività ha aumentato il proprio fatturato del 25,8% e le operatrici sessuali sono aumentate di 20mila unità (+ 28,5%).
Nonostante nel corso del tempo ci siano stati mutamenti, il 60% delle prestazioni si svolge ancora a cielo aperto, per strada (alla faccia della legge), mentre però proliferano i siti d’annuncio, social dedicati, e ospitate in appartamento. Senza considerare le lucciole a latere, ovvero chi ad esempio fa la cam girl, non avendo contatti fisici con la clientela ma spogliandosi (dietro compenso) in webcam.
Ha ragione il Ministro degli Interni Salvini quando ricorda che non spetta a lui dare giudizi morali, in realtà non spetta a nessuno arrogarsi il diritto di proibire ad una persona di fare quel che vuole col proprio corpo, anche guadagnarci, fin tanto non si procurino danni a sé e ad altre persone. Queste donne chiedono dignità, hanno lauti guadagni ma sono fuori dal circuito economico, vogliono tranquillamente comprare casa e detenere un conto corrente, senza le continue battaglie col fisco, vogliono assicurarsi una pensione, ed anche la sicurezza legale e sanitaria della professione.
Se ci fosse un censimento di chi svolge l’attività, il contrasto alla schiavitù, al meretricio minorile, sarebbe davvero garantito e come fenomeno ridimensionato. Ripristinando anche il decoro urbano, le case chiuse opererebbero lontano da scuole e chiese, con presidi delle forze dell’ordine, rigidi protocolli igienici e controlli di routine per chi esercita. Chi ci assicura dall’HIV ed altre contaminazioni? E soprattutto, la maggior parte dei clienti sono persone sposate, che poi mettono a rischio mogli e futuri figli.
Senza dimenticare gli introiti per le casse dello Stato, che così facendo potrebbe promuovere le politiche attive per la famiglia (nello stesso modo in cui il tabagismo finanzia il Sistema Sanitario Nazionale), con ad esempio gli asili nido gratuiti.
Pecunia non olet, il finto moralismo e bigottismo che il Vaticano ha incensato nell’ordinamento giuridico, sono abbondantemente superati dagli eventi, dalla storia. Girare lo sguardo non risolve i problemi.