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Cronache
Scuola, Azzolina: “Chiederò ristori, ma per la riapertura decidano le regioni”
Lucia Azzolina

"La scuola non si può recuperare in estate, si deve recuperare oggi. Come hanno fatto le attività commerciali, questa volta sarò io a chiedere i ristori, i ristori formativi, cioè corsi di recupero per studenti rimasti indietro". Lo ha annunciato la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, a Uno Mattina.

"Ho bisogno di fare immediatamente dei corsi di recupero per gli studenti che sono rimasti indietro – ha affermato la ministra Azzolina - e che non sono soltanto quelli delle superiori ma anche i bambini della primaria, che sono tornati a scuola, ma vengono da tre mesi di dad dell'anno precedente e devo poterli recuperare adesso".

"Chiederò ristori formativi - ha detto la ministra - sia per fare degli apprendimenti potenziati anche nel pomeriggio, e soprattutto per dare un supporto psicologico ulteriore e per l'educazione all'affettività che forse ci può evitare quelle scene di risse tra i nostri giovani che in questi giorni sono diventate più frequenti. Bisogna intervenire ora - ha concluso - non si può aspettare l'estate".

"Gli studenti hanno ragione a chiedere di voler tornare in classe, sanno che cosa è la scuola". "Decideranno le regioni quando riaprire le scuole. Hanno il potere di farlo, e lo hanno dimostrato".

Scuola, Azzolina: “Il governo ha lavorato, tutto pronto per riapertura”

"Quando i presidenti di regione decideranno che i nostri studenti potranno tornare a scuola, potranno farlo perché è stato predisposto tutto affinché questo accadesse", ha precisato la ministra Azzolina.

"Come governo abbiamo posto in essere tutto ciò che poteva permettere l'apertura delle scuole. A dicembre abbiamo lavorato insieme ai prefetti città per città. Ci sono piani per l'ingresso nelle scuole con orari scaglionati e più mezzi di trasporto. Abbiamo lavorato già dall'estate su mascherine, igienizzanti, sono tutte azioni concrete e reali per riportare i ragazzi a scuola".

Azzolina: “Ho voluto la dad ma alla lunga non funziona”

"Io stessa ho voluto la didattica a distanza quando nessuno voleva farla, è una misura in cui credo molto, però può essere pensata all'interno di un arco temporale limitato. Se portata troppo alle lunghe, rischia di creare disuguaglianze, perché andiamo a colpire gli studenti più fragili" ammette la ministra, per cui il problema "non è tanto il pc o la connessione, perché abbiamo investito 400 milioni di euro sulla digitalizzazione, ma la scuola non è solo un luogo di apprendimento, è anche socialità e cura dell'affettività".

Azzolina: “Dal Recovery Plan 27 miliardi per la scuola”

"Il Recovery Plan è un'occasione storica per l'Italia e per la scuola ancora di più". Ha annunciato la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina. "La scuola avrà circa 27 miliardi, considerando tutti i fondi europei". "Penso che con questa cifra, guardando a edilizia scolastica, classi 4.0, Stem e Its, avremo 
un piano pensato a 360 gradi per risollevare l'istruzione maltrattata nel corso degli anni. È arrivato il momento di invertire la tendenza".

Fedriga: “Chiudere le scuole non è una richiesta da folli”

“Se 17 Regioni hanno deciso di posticipare la didattica a distanza, non penso che sia un gruppo di folli. Se la Germania e l’Inghilterra hanno dovuto chiudere le scuole e non lo volevano fare, qualcuno si pone il dubbio che non c’è un accordo internazionale contro il ministro Azzolina ma che ci sono semplicemente dei ragionamenti sugli studi sui contagi?”. Così Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, in tema di riaperture della scuola alla trasmissione Radio anch’io.

“Ciò che contesto al ministro Azzolina? Penso sia inaccettabile – ha precisato il governatore del Fvg - fare la battaglia tra chi vuole difendere le scuole e aprirle e chi è senza cuore e vuole lasciare i ragazzi a casa. Resto convinto che le lezioni in presenza siano cosa diversa rispetto alla didattica a distanza, però la situazione contingente è questa”.

Fedriga ha poi ricordato la ricerca dell’Istituto superiore della sanità e dell’Inail, secondo i quali c’è una diretta correlazione tra contagi e scuola in presenza e purtroppo un maggior numero di ospedalizzazioni. Per Fedriga, tra l’altro, il problema non si risolve soltanto “aumentando gli autobus per il trasporto”.

“Il problema è tutto ciò che viene prima, dopo, durante la scuola, con la diffusione del virus che aumenta; secondo nostri studi la fascia di popolazione più colpita in dicembre – ha concluso - è stata quella fra i 10 ed i 19 anni, pari al 18% di contagi”.

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