Cronache

Strage Cutro, i video degli scafisti: "Viaggiate con noi, è come una crociera"

Parla un superstite davanti ai pm: "Ci obbligavano a ringraziare il loro capo in questo spot promozionale per futuri viaggi"

Strage Cutro, scafisti pronti a tutto: i video gli inchiodano

La tragedia di Cutro, costata la vita a 94 migranti sulle coste crotonesi, continua a far discutere. Dalle indagini dei pm stanno emergendo fatti inediti. Le persone a bordo della barca venivano filmate dagli scafisti ed erano obbligate a fingere che quel viaggio fosse in realtà come una crociera per sponsorizzare i futuri viaggi dei trafficanti. Un video - si legge sul Corriere della Sera - girato sottocoperta dagli scafisti della Summer Love, naufragata a Cutro, con il telefonino, per pubblicizzare e promuovere l’efficienza della loro organizzazione nella gestione del traffico di migranti. Uno spot destinato a chi voleva attraversare il Mediterraneo. Il filmato, acquisito dalla Procura di Crotone, è stato poi inviato in Turchia, a un’agenzia di viaggi che evidentemente si dedicata alla tratta, proprio dal telefonino di uno degli scafisti arrestati sulla costa calabrese. "Nel caso della Summer Love, poi, - spiega il pm - c’era la necessità che la barca, presa probabilmente a noleggio, ritornasse indietro dopo aver scaricato in mare gli immigrati, per essere pronta a una nuova traversata".

A parlare di continue riprese video durante il viaggio - prosegue il Corriere - è stato l’iraniano Rezapourmoghaddam Motjabuu, 47 anni, scampato al naufragio del 26 febbraio davanti alla costa di Cutro: 94 morti l’attuale bilancio. L’immigrato ha parlato durante l’incidente probatorio, che mette a confronto i superstiti con i presunti scafisti. "Lo scopo di quel video — dice il procuratore di Crotone — sarebbe quello di accaparrarsi la fiducia dei migranti che dovranno scegliere a quale organizzazione affidare i loro destini. È come andare in crociera: si sceglie una compagnia di navigazione sicura, rispetto ad un’altra meno sicura». E nel filmarli, poi, volevano che celebrassero un nome, che dovevamo pronunciare ad alta voce (probabilmente il capo dell’organizzazione, ndr), ringraziandolo per averci dato la possibilità di attraversare il Mediterraneo senza insidie, usufruendo dei migliori servizi.