Cronache
Tasse rifiuti, al Sud si paga di più: Campania in testa
La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta al Nord (47,5%) seguito dal Sud (30,5%) e infine dal Centro (22%).
Ecco quanto pagano gli italiani per la Tari, la tassa sui rifiuti, secondo la rilevazione annuale dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. In particolare, dall'indagine emerge che nel 2020 la tassa dei rifiuti ammonta in media a 300 euro (cifra rimasta invariata rispetto allo scorso anno), con differenze territoriali molto marcate. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige con 193 euro, dove si registra un incremento del 1,4% rispetto all'anno precedente. Al contrario, la
regione con la spesa più elevata resta la Campania (euro 419, -0,4% rispetto al 2019).
In un panorama nazionale in cui la tariffa resta invariata, a livello territoriale si registra un incremento in dieci regioni: Molise (+4,3%), Calabria (+3,4%), Umbria (+2,8%), Liguria (+2%), Lazio (+1,9%), Marche (+1,7%), Friuli Venezia Giulia (+1,6%), Trentino Alto Adige (+1,4%), Toscana (+0,8%), Piemonte (+0,7%); tariffe in diminuzione in sei: Abruzzo (-2,8%), Veneto (-2,2%), Sardegna (-1,5%),Sicilia (-1,4%), Puglia (-0,8%) e Campania (-0,4%). La spesa resta invariata in quattro regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e
Valle d'Aosta.
L'indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2020 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. La rilevazione è realizzata nell'ambito del progetto ''Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino'', finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (dm 7 febbraio 2018). La rilevazione dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva è disponibile online, gratuitamente dietro registrazione, sul sito www.cittadinanzattiva.it.
Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504 euro stabile sul 2019), Potenza il più economico (121 euro). Rispetto ai 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento (rispetto al 2019) in 30 capoluoghi, situazioni di stabilità in 27 e variazioni in diminuzione in 11. A Crotone
l'incremento più elevato (+14,1%), a Venezia la diminuzione più consistente (-16,2%).
A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro, invariato rispetto al 2019), segue il Centro (304 euro rispetto ai 299 del 2019), infine il Sud, più costoso (349 euro, erano
351euro nel 2019). Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2019 dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), gli italiani nel 2018 hanno prodotto 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (+2% rispetto al 2017). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta al Nord (47,5%) seguito dal Sud (30,5%) e infine dal Cn entro (22%).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 58,1% (+2,6 punti percentuale rispetto al 2017) mentre il 22% finisce in discarica. A livello di aree geografiche, primeggia in raccolta differenziata anche in questo caso il Nord (67,7%) seguito da Centro (54,1%) e Sud (46,1%). Le percentuali più elevate e al di sopra del 70% si registrano in Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%); le più basse e sotto la soglia del 40% in Sicilia (appena il 29,5%) e Molise (38,4%). Tutte le informazioni della indagine sono disponibili su Informap, www.cittadinanzattiva.it/informap, la cartina navigabile che rende fruibili, per ogni capoluogo di provincia, informazioni e approfondimenti su tariffe e agevolazioni, qualità, tutele e altri
riferimenti utili.