Tremate proprietari! La denuncia dell'inquilino prova l'affitto in nero - Affaritaliani.it

Cronache

Tremate proprietari! La denuncia dell'inquilino prova l'affitto in nero

Antonio Amorosi

Un caso esemplare finito davanti alla Commissione Tributaria provinciale di Milano con l'inquilino in “nero” considerato come prova, senza...

Attenti, proprietari di case che affittate: la denuncia dell'inquilino può essere usata dall'Agenzia delle Entrate come prova secca contro di voi, in caso di un eventuale rapporto di locazione “in nero”.

Il caso è emerso alla cronaca dopo la condanna di un proprietario, sentenza n. 2718/2019, finito davanti alla Commissione Tributaria provinciale di Milano, e conclusosi con la condanna di questi e la vittoria del Fisco.

 

Le parole dell'inquilino sono state considerate pienamente idonee a dimostrare l'esistenza di un contratto verbale di locazione "in nero", perché la denuncia non arriva da un soggetto terzo che può aver scoperto l'accadimento, ma da una delle parti in causa nel contratto in essere. Il ruolo rivestito dall'inquilino in affitto è più che valido per dare credibilità a quanto accaduto nel racconto dei fatti e a supporto della tesi del Fisco. Le dichiarazioni rese dall'inquilino (una donna), quindi, non possono essere paragonate a quelle di chi fosse venuto a conoscenza della vicenda denunciandolo, in quanto la stessa inquilina era una delle parti del negozio giuridico stipulato. La prova regina è che l'inquilina avrebbe successivamente chiuso con il medesimo proprietario e per la medesima abitazione un contratto d'affitto ma in regola. La denuncia di chi sta affittando non è una semplice informazione, ma al contrario, deve essere presa in considerazione come prova netta e, quindi, pienamente utilizzabile quale elemento con validità giuridica.

Un caso, questo della sentenza n. 2718/2019 della Commissione Tributaria di Milano, marginale se consideriamo l'importo complessivo contestato, tre canoni di locazione (per il periodo ottobre-dicembre 2013) ma che in sé potrebbe avere una portata esplosiva e fare scuola.

 

L'Agenzia delle Entrate aveva recuperato la tassazione dei canoni ritenuti corretti (più interessi e sanzioni). A questa posizione si era opposto il proprietario che riteneva le prove dell'Agenzia solo basate sulle dichiarazioni di un terzo (l'affittuario). Infatti queste avrebbero dovuto avere solo natura indiziaria. Il proprietario ha anche indicato nella contestazione un errore di accertamento del “maggiore reddito” (errore riconosciuto dalla stessa Agenzia)

Ma anche correggendo i calcoli dell'Agenzia la Commissione Tributaria non ha ritenuto di poter invalidare la posizione dell'Agenzia, confermando così la posizione di quest'ultima come corretta, assieme alle risultanze giuridiche che ne conseguono.

A poco è servita l'opposizione del proprietario che citando una sentenza della Cassazione ha provato a contestare l'Agenzia “ritenendo insussistenti i caratteri della gravità, precisione e concordanza, da cui desumeva l'illegittimità dell'avviso di accertamento”.

 

Diverso sarebbe stato, scrive la Commissione Tributaria Provinciale di Milano, se il caso in oggetto, fosse stato basato sulla testimonianza/denuncia di un terzo qualsiasi.

 

In Italia i contratti di locazione in “nero” sono più diffusi soprattutto per il settore turistico e per gli studenti universitari. Spiega Eurostat nel 2016, il 72,3% delle case degli italiani risulta di proprietà e il 27,7% in affitto.