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Treni bloccati, cosa è successo: un chiodo sui cavi e mancato allarme. Salvini: "Qualcuno dovrà risponderne"

di redazione cronache

Rete Ferroviaria Italiana ha aperto un'indagine interna

Treni bloccati per ore a causa di un chiodo. L'allarme non è partito ma è colpa di "un'azienda esterna". Salvini: "Nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro"

Ieri 2 ottobre la rete ferroviaria italiana è finita nel caos. Sono stati oltre 100 i treni cancellati tra Alta Velocità, Intercity e Regionali con ritardi in media di 3 ore (ma si è arrivati anche a punte di 4 ore). In migliaia tra turisti e pendolari sono rimasti fermi in attesa sulle banchine. Tutto è iniziato da un guasto alla linea a Roma che ha bloccato le stazioni di Termini e Tiburtina per poi causare problemi a cascata in tutta Italia.

Inizialmente si è pensato a un attacco hacker, poi i tecnici di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana hanno imputato i disagi a un cavo piantanto "da un'impresa privata" nella notte tra martedì e mercoledì su un cavo elettrico collegato alla centralina di controllo della sala operativa di Roma Termini. La circolazione si è quindi bloccata alle 6.30 del mattino per una "disconnessione degli impianti" delle principali stazioni della Capitale. 

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L'ad di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma, ha spiegato che quando il chiodo è stato piantato  "si è tranciato un cavo, sono entrate in funzione le batterie che hanno mantenuto tutto acceso fino alle 6 del mattino e quindi nessuno si è accorto di questo". In sostanza non è partito l'allarme previsto dai sistemi di sicurezza delle rete. Il guasto è stato scoperto solo quando si sono esaurite le batterie.

Rfi ha confermato l'intenzione di "prendere provvedimenti, anche di tipo contrattuale" nei confronti di coloro "che hanno commesso errori o non sono stati all'altezza della situazione" aprendo un'indagine interna.

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"Chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere. - ha commentato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, finito immediatamente al centro delle polemiche dopo i disagi - Poi il tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all'altezza della seconda potenza industriale d'Europa". Donnarumma ha risposto che l'intervento è stato "tempestivo", anche se "si può sempre migliorare".

Salvini comunque ha rincarato la dose chiedendo "nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, nuovi treni pendolari, intercity, tav e tutto il resto - ha continuato - e poi se uno alle tre di notte a Roma pianta un chiodo nel posto sbagliato tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone".

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Alcuni tra cui M5S e Alleanza Verdi e Sinistra hanno chiesto le dimissioni di Salvini o che almeno riferisca davanti al Parlamento. "Il ministro Salvini non si occupa di fare funzionare le ferrovie, pensa solo a come venderle. - attacca la segretaria del Pd Elly Schlein - Il guasto di oggi all'alba nel nodo di Roma, che ha causato oltre tre ore di stop con ripercussioni in tutta Italia dal Brennero a Palermo, è solo l'ennesima pagina dell'odissea quotidiana che vive ogni giorno chi si muove in treno".