Cronache
Tsunami 2004, Gigi D'Alessio: "L'acqua continuava a salire, così ci salvammo io e mio figlio"
Il drammatico ricordo del cantante che era proprio lì alle Maldive quando arrivò il terremoto costato la vita a 250mila persone
Tsunami 2004 nell'Oceano Indiano, il ricordo drammatico di Gigi D'Alessio
Sono passati vent'anni da quel tragico 26 dicembre 2004, ma è impossibile dimenticare quel giorno e le drammatiche conseguenze dello tsunami che ha travolto l'isola di Sumatra e che scosse l'Oceano Indiano provocando 250mila morti. Un terremoto di magnitudo 9,2, il terzo tra i più grandi mai registrati dagli strumenti, che scatenò un'energia pari a 23 mila bombe di Hiroshima. In quel paradiso, improvvisamente diventato inferno, era presente anche Gigi D'Alessio, il cantante era lì con la sua famiglia e non ha mai dimenticato nulla di quei momenti e dice anche di non volerlo fare. "Sembrava - spiega D'Alessio a Il Corriere della Sera - uno di quei disaster movie che vediamo al cinema. Arrivò un muro d’acqua alto metri. Feci appena in tempo a prendere in braccio mio figlio Luca (oggi l’artista LDA), che allora aveva poco più di un anno. Uscimmo dal mio bungalow e andammo a controllare come stavano gli altri miei figli Claudio e Ilaria nella struttura accanto. Mi muovevo nell’acqua che saliva sempre di più, sollevando il piccolo Luca sempre più in alto. Riuscimmo poi a raggiungere tutti una zona sicura tra urla, disperazione, distruzione. Nulla si salvò".
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"Conservo - prosegue D'Alessio a Il Corriere - l’immagine degli occhi disperati che scorgevo nelle persone che in pochi attimi, avevano perso tutto: i propri cari, le case con dentro oggetti, ricordi, quelli di un’intera vita. Ho toccato con mano la disperazione di uomini e donne che piangevano i familiari scomparsi tra le onde. Noi alla fine ci avremmo rimesso solo un enorme spavento e una vacanza in un posto esotico che avremmo potuto rifare quando avremmo voluto. Pensavo che il tempo avrebbe trasformato questa giornata in un ricordo evanescente, invece non è stato così. Non ho dimenticato quello che accadde, non volevo farlo. Ricordo la compostezza di quella gente, la loro forza, la loro capacità di fare gruppo e di aiutare chiunque, anche noi turisti. Il coraggio di donne, uomini e bambini che scavano a mani nude".