Cronache

Parigi, Valeria Solesin tra i morti del Bataclan

È' impossibile esprimere il dolore di un padre che apprende la notizia della morte della figlia lontana da casa. “Nostra figlia è morta”, lapidarie, semplici le parole di Alberto Solesin, padre di Valeria, parole che segnano la fine di ogni speranza di trovarla ancora tra i dispersi, magari in condizioni gravi, incosciente e senza documenti, ma ancora viva.

Valeria Solesin risultava dispersa dall’attacco di venerdì sera nella sala concerti Bataclan, in cui i tre attentatori hanno ucciso 89 persone. La conferma del console italiano a Parigi Andrea Cavallari, che oggi si era recato all’obitorio a place Mazas per il riconoscimento del cadavere. Dopo qualche minuto arriva anche la conferma della Fernesina: Valeria non ce l’ha fatta, è tra quelle 89 persone che venerdì sera hanno perso la vita.

Il console ha dichiarato che per quanto riguarda il rimpatrio della salma "deciderà la famiglia cosa fare. Ci preme soprattutto essere molto vicini ai familiari e al fidanzato che è ancora qui". Dopo il riconoscimento "ci saranno i regolari esami che vengono previsti come l'autopsia e lo scambio di informazioni con le autorità italiane".
La madre Luciana Milani vuole ricordare così la figlia: "Era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa. Valeria a Parigi aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare". La ragazza 28 anni,  viveva da 4 anni a Parigi, aveva vinto una borsa di studio per un dottorato in Demografia alla Sorbona. Dopo il diploma al liceo scientifico 'Benedetti' di Venezia, si era trasferita a Trento dove si è laureata in sociologia. Da qui era andata per un dottorato nella Ville Lumière, per proseguire i suoi studi, approfondendo il ruolo della donna divisa tra lavoro e famiglia. In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi. Dai suoi amici era considerata uno dei cosiddetti "cervello in fuga", una dei tanti che non riuscendo a trovare spazi dove affermarsi in Italia avevano deciso di partire, cercando la fortuna, ed una vita migliore altrove.
Una ragazza dal cuore grande, da un  tweet del presidente di Emergency, Cecilia Strada, si apprende anche che Valeria aveva  operato come volontaria di Emergency. "Tra le vittime di Parigi c'è una ragazza stupenda, per anni volontaria di @emergency_ong. Un abbraccio alla famiglia. E buon vento, Valeria".


Venerdì sera Valeria si trovava all'interno del teatro Bataclan di Parigi nel momento dell'attacco terroristico. Con lei c'erano il fidanzato, Andrea Ravagnani, 30 anni di Dro (Trento), Chiara Ravagnani, 25 anni sorella di Andrea, e il suo fidanzato Stefano Peretti di Verona. Mai avrebbero potuto immaginare che una serata tra amici si sarebbe potuta consumare in tragedia, anche quando i terroristi hanno iniziato a sparare, i ragazzi non hanno subito avuto coscienza di ciò che stava accadendo: "I primi colpi sembravano effetti speciali" ha detto Andrea, che a malapena ricorda qualcosa di quei terribili momenti. Poi la mattanza, quei colpi sparati per uccidere. I quattro amici, presi in ostaggio dagli attentatori, sono riusciti a salvarsi anche dopo la seconda sventagliata sulla folla inerme, a nascondersi. Dopo il blitz delle forze dell'ordine, nella confusione il gruppo si è diviso e ognuno ha pensato a mettersi in salvo.  Tornata la calma, però, di Valeria, non si è avuta più nessuna notizia.

Tra i primi ad esprimere il cordoglio alla famiglia il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che domenica mattina ha  scritto su Twitter: «A nome mio personale e di tutta la Città di Venezia esprimo il cordoglio più profondo per la morte di Valeria Solesin», associando il messaggio agli hashtag «#ValeriaSolesin» e «#preghiamoassieme». Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha messo a disposizione i servizi locali per famiglia e amici. Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha ricordato che la città che ha perso «una sua figlia» è «da sempre luogo di incontro tra Oriente e Occidente, tra musulmani, ebrei e cristiani».
Anche il primo ministro Matteo Renzi, dalla Turchia dove si trova per il G20, ha porto le sue condoglianze alla famiglia esprimendo “il cordoglio del governo e di tutti noi alla famiglia di Valeria. Credo che non ci siano parole, faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice. Penseremo con la famiglia un modo, magari una borsa di studio.” “È il momento delle determinazione e della saggezza – ha aggiungo e ha auspicato che non venga usato - nessun tono superiore a quello di cui c'è bisogno. È un momento delicato da affrontare senza isteria, ma con determinazione” con un “paese unito e compatto” e “senza polemiche”. Significative anche il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha mandato ai genitori della ragazza: “Carissimi genitori di Valeria, vi scrivo per farvi giungere il cordoglio e la solidarietà, miei personali e dell'Italia intera, sapendo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore”. Valeria, ha scritto Mattarella, “era figlia d'Italia e figlia d'Europa. È stata uccisa da mano barbara, fomentata dal fanatismo e dall'odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza. Valeria è stata uccisa, insieme a tanti altri giovani, perché rappresentava il futuro dell'Europa, il nostro futuro”. Il capo dello Stato ha anche assicurato che “insieme a tanti Paesi amici risponderemo con intransigenza a questa micidiale sfida di morte e di sopraffazione”.

Intanto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla morte della ragazza. Gli accertamenti, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, riguarderanno anche il ferimento di due marchigiani.